La sanità del futuro? Più territoriale e allargata alle RSA

Ne è convinto il presidente di Uneba Lombardia Luca Degani che ha presentato alla Fondazione Molina il suo libro "La nuova via della sanità territoriale"

Quale futuro per la sanità lombarda? Le sfide legate alla riforma lombarda e agli investimenti del PNRR innescando un processo di cambiamento rispetto agli standard a cui eravamo abituati. La programmazione dovrà essere centrale per cogliere le nuove sfide e saper così ottimizzare fondi, limitati, davanti a un bisogno in crescita.

Ne ha parlato questa mattina il Presidente di Uneba Lombardia Luca Degani, accolto dal presidente Carlo Maria Castelletti, alla Fondazione Molina di Varese dove ha presentato il libro “La nuova via della sanità territoriale”. Presente anche il sindaco Davide Galimberti e il consigliere comunale ed ex presidente del Molina Guido Bonoldi.

«Da un lato noi abbiamo questa riforma della sanità territoriale o, meglio, del Sistema Sanitario italiano – spiega il presidente di Uneba Degani –  pensata e voluta all’inizio dell’emergenza covid, sulla base di quelle trasformazioni demografiche che sono esplose nella loro problematicità proprio in quella fase. Abbiamo realizzato che siamo una società estremamente anziana, ma anche estremamente cronica e fragile nelle sue patologie sanitarie. Ecco, da questo punto di vista, una sanità non può più essere basata sull’ospedale come luogo di cura, ma deve aprirsi a plurimi luoghi territoriali con modalità di presa in carico per garantire l’aderenza terapeutica: percorsi di continuità di cura, percorsi di rilevazione di bisogni che nella cronicità e nelle età anziana necessitano di una prossimità.  Percorsi di un sistema sanitario che, oltretutto, ha un’economia diversa dalla precedente e che, nei prossimi anni vedrà diminuire in maniera significativa il Fondo Sanitario Nazionale costretto a mettere a sistema anche le risorse anche della sanità assicurativa e della sanità contrattuale, dove il principale oggetto di interesse sarà un over 65enne, significativamente over solitamente con tre o più comorbidità e con una necessità di rapporto con la struttura sanitaria non limitato al momento acuto ma focalizzato sui percorsi di continuità di cura».

incontro con Luca Degani

La scelta di presentarlo al Molina non è casuale, data l’eterogeneità di servizi che la fondazione già eroga  sia come residenzialità sia come cure domiciliari o centri diurni. Ed è proprio in queste strutture, già pronte e con professionisti preparati che si gioca la sostenibilità futura del sistema: « Sarà tutta questione di programmazione – spiega ancora l’avvocato Degani – Noi abbiamo uno strumento in itinere che è il piano socio sanitario Regionale Lombardo che ha bisogno non solo di leggere il dato di realtà,  il nostro invecchiamento e la diminuzione delle risorse, ma ha bisogno anche di pensare quali  possano essere i nuovi luoghi della presa in carico. Quando si parla di ospedale di comunità, casa di comunità, domiciliarità, non si parla soltanto di nomi ma si parla soprattutto di funzioni. Davanti alle risorse limitate, dobbiamo dare a questi nomi la capacità di adattarsi anche a luoghi che abbiamo già e che possono rivolgersi a una popolazione più ampia. L’esempio tipico sono le RSA, luoghi che possono svolgere quelle funzioni di percorso tra ospedale a domicilio risparmiando, non solo risorse economiche, ma avendo effettivamente i professionisti sanitari medici infermieri, ma anche ASA e OSS a disposizione. Non dobbiamo inaugurare luoghi vuoti che poi restano senza professionisti, dobbiamo usare le risorse che abbiamo nel sistema».

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 08 Marzo 2024
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