A Dumenza le “chiacchiere da bar” il martedì pomeriggio diventano “conversazioni di vita”
Lo fanno grazie al rinnovato gruppo di donne che lavora a maglia, l'"Uncinabolo". La proprietaria dello storico Bar Sport: "Il bar serve anche a questo, per ritrovarsi. Sono orgogliosa di questa esperienza"
C’è un angolo speciale a Dumenza, dove il tempo si ferma e le relazioni si riaccendono con una “semplice arte manuale”. È il Bar Sport di Dumenza, dove ogni martedì pomeriggio si trova un gruppo informale di donne – così come si definiscono – dal nome “Uncinabolo”, per condividere la passione per l’uncinetto e tessere fili, ma anche relazioni.
Hanno iniziato nel 2015, contribuendo alla realizzazione della coperta più lunga del mondo, quella di Trieste, poi smesso, a ridosso della pandemia, per poi decidere di rincominciare nel 2024, nel segno della condivisione e di un progetto comune.
Oggi, il “fine comune” di queste donne è realizzare cappellini e copertine per prematuri e neonati dell’ospedale Saint Joseph, l’unico ospedale cattolico di Gerusalemme est, diretto da un’italiana che, grazie al suo profondo spirito, oggi accoglie famiglie palestinesi e anche ebree, portando con sé un messaggio di pace e solidarietà.
«Questo gruppo ci fa bene – racconta una signora che, sin dal 2015, prende parte attiva all’iniziativa -. L’uncinetto e la maglia sono terapeutici, un’opportunità di socializzazione che va oltre la creazione di fili: ci permettono di tessere anche legami». È un modo, continua, per superare finalmente «lo stereotipo delle chiacchiere da bar». Ecco perché il ritrovo del martedì pomeriggio, tanto rigenerante per queste donne, si svolge proprio all’interno del Bar Sport, storico bar del paese. È qui che le solite “chiacchiere da bar” si trasformano in “conversazioni di vita”, in uno scambio di opinioni, storie e in un profondo interscambio generazionale, tra mamme e figlie, nonne e nipoti, tutte unite dalla passione per la maglia, ormai impazienti di partecipare a questo appuntamento.
Tra le partecipanti, ci sono due piccole gemelle e numerose altre giovani ragazze, che si dicono cresciute e felici, ma non solo: «Ho avuto modo di conoscere persone che altrimenti non avrei mai incontrato – racconta una delle mamme coinvolte -. Ci si ignora per tutta la vita e poi, basta trovare un interesse comune per dare il via a nuove opportunità».
Tra queste donne c’è però anche Giorgio Bacchin, un eclettico artista valdumentino che ha riscoperto la passione per la maglia, unendo così la sua arte alla memoria dei momenti trascorsi con la nonna: «La maglia e il cucito hanno tutto in comune con l’arte – spiega Bacchin -. Sono momenti di intimità, pazienti gesti che, durante questo percorso, ci riportano alla meraviglia dell’infanzia e ci riconnettono con la nostra anima».
Giorgio Bacchin, l’uomo che racconta “la sua” Dumenza coi disegni
Ed è così che un luogo solitamente frequentato per andare a bere il caffè, o fare l’aperitivo, si veste di meraviglia, di condivisione, di muto aiuto, dove vite si intrecciano e opportunità sbocciano. «C’è chi ha trovato l’insegnante di francese perchè aveva bisogno di ripetizioni, chi ha trovato un’amica, e chi un posto dove sentirsi un pò meno sola – racconta in ultimo Michela Passera, proprietaria del bar -. Ho scelto di ospitare e partecipare a questa esperienza perché sapevo che sarebbe stata qualcosa di bello. Questo posto non serve solo agli ‘ometti’ per bere birra; un bar in un paese dovrebbe essere un luogo di ritrovo per tutti. Sono molto orgogliosa di vedere che questa iniziativa sta riscuotendo successo. Nessun gruppo WhatsApp, nessuna locandina o invito: come una volta, noi siamo qui ogni martedì pomeriggio, pronte ad accogliere chiunque voglia unirsi a noi».
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