Alla Casa di comunità di Cassano Magnago un progetto pilota per la prevenzione della demenza
I cittadini possono accedere a un pacchetto di prestazioni personalizzate ed erogate dopo una valutazione multidisciplinare eseguita da una équipe composta da neuropsicologo, infermiere, internista, fisioterapista, dietista, e neurologo
Secondo quanto riportato dall’OMS e dalla federazione internazionale Alzheimer Disease International la demenza è un fenomeno in costante aumento nella popolazione e, dunque, una priorità mondiale di salute pubblica. La stima globale indica che più di 55 milioni di persone convivano con una demenza e le previsioni affermano che la cifra si attesterà a circa 132 milioni entro il 2050, con un evidente incremento progressivo della spesa sanitaria.
In questo contesto, per mettere in atto interventi di prevenzione primaria del declino cognitivo – volti al controllo dei fattori di rischio e alla realizzazione di fattori protettivi – ASST Valle Olona ha avviato presso la Casa di Comunità di Cassano Magnago un progetto pilota per la prevenzione primaria e secondaria delle demenze.
I cittadini possono accedere a un pacchetto di prestazioni personalizzate ed erogate dopo una valutazione multidisciplinare eseguita da una équipe composta da neuropsicologo, infermiere, internista, fisioterapista, dietista, e neurologo.
Le persone, ad oggi reclutate, svolgono un percorso di training cognitivo che si pone un duplice obiettivo: allenare la memoria (e altre funzioni cognitive) ed educare a un invecchiamento attivo combattendo l’isolamento sociale e i sintomi depressivi.
Oltre al percorso di training, i soggetti svolgono esercizio fisico guidati da un fisioterapista e sono sottoposti al monitoraggio dei parametri vitali, visite internistiche e consultazione dietologica; tutti interventi personalizzati e finalizzati al controllo dei fattori responsabili del declino cognitivo.
Il Direttore Socio Sanitario di ASST Valle Olona afferma «Non solo i dati di letteratura, ma anche l’esperienza quotidiana evidenziano che le difficoltà per arrivare a una diagnosi tempestiva sono ancora molte, principalmente per mancanza di percorsi dedicati, e che l’esperienza di abbandono, solitudine, vergogna è un fenomeno assai diffuso. In questo quadro sono fondamentali le attività di sensibilizzazione e prevenzione, al fine di far conoscere i fattori di rischio demenza alla popolazione, con strategie volte al miglioramento della qualità di vita delle persone coinvolte e la riduzione dello stigma».
E conclude «Tra gli obiettivi del progetto vi è la creazione e il consolidamento di una comunità “amica della demenza” e qualora gli indicatori di risultato del progetto siano soddisfatti, la prospettiva futura prevede l’apertura del servizio ad una più ampia fascia di popolazione».
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