Confagricoltura: “Viva Agrivarese: se non ci fossero gli agricoltori, il territorio varesino non sarebbe così bello”
Conversazione con Giacomo Brusa, presidente di Confagricoltura Varese sui valori di Agrivarese in città, promossa da Camera di Commercio e Comune di Varese insieme alle associazioni di categoria del comparto agricolo che si terrà domenica 7 aprile ai Giardini Estensi e a Villa Mirabello
In una manifestazione come Agrivarese in città, promossa da Camera di Commercio e Comune di Varese insieme alle associazioni di categoria del comparto agricolo che si terrà domenica 7 aprile ai Giardini Estensi e a Villa Mirabello, che ha lo scopo di promuovere il patrimonio agricolo e storico culturale locale e un’alimentazione sana e di qualità, sono gli agricoltori i veri protagonisti: tra animali, fiori e produzioni alimentari la popolare manifestazione è infatti nata in realtà per dar loro un momento annuale di visibilità, in una giornata di festa e amata dai bambini e dalle famiglie.
«Agrivarese è una mostra che ha un grandissimo valore per l’agricoltura varesina – spiega infatti Giacomo Brusa, Presidente di Confagricoltura Varese – Perché Varese è una provincia agricola, anche se non tradizionale o intensiva. La sua è un’agricoltura di nicchia che ha però un ruolo fondamentale: non solo fare reddito, come avviene per qualunque azienda, ma procedere anche alla manutenzione del territorio. Se non ci fossero gli agricoltori a sistemare le zone collinari e il lago di Varese, il territorio non sarebbe così bello, i paesaggi non sarebbero così belli. La nostra provincia non è particolarmente conosciuta per l’agricoltura, ma l’agricoltura ha una funzione sociale importante per questo territorio. Agrivarese, poi, permette un’attività fondamentale per i nostri agricoltori, che è quella di mettersi in mostra e far conoscere i loro prodotti».
Come Confagricoltura: «Saremo presenti con un nostro stand per incontrare associati, cittadini e non associati che vogliono saperne di più su di noi e sulla situazione – sottolinea Brusa – Sarà come sempre alla nostra maniera: senza fronzoli, ma con tanta voglia di informare e incontrarsi. Poi, naturalmente, ci saranno anche stand singoli dei nostri associati».
In ogni caso una riflessione su questo settore è importante da affrontare, almeno una volta all’anno: «L’agricoltura del territorio va presa sul serio, e non considerata marginale – continua il presidente di Confagricoltura – Le nostre aziende agricole sono imprese che fanno reddito e devono farlo, e per questo diventano sempre più tecnologiche. Ma chi alleva gli animali e coltiva la terra non può che preservarli, e fa quindi un lavoro che aiuta la sostenibilità. Inoltre, il settore è primario, non se ne può fare a meno: senza l’agricoltura non si mangia e non c’è ambiente».
Lavorare nel settore agricolo però non è semplice: «Le sfide da affrontare sono tantissime, anche perché la politica agricola comunitaria non è costruita su misura degli agricoltori – spiega Brusa – Io però sono convinto che il nostro settore avrà un grande sviluppo nei prossimi anni: nel 2030 la popolazione mondiale sarà il doppio, tutti dovremo mangiare e per questo tutti dovremo coltivare, più precisamente dovremo produrre di più con meno terreno. Ce la faremo grazie alla ricerca genetica, che in Italia è difficile a causa di una legge oscurantista anni ’80 che impedì gli OGM, noi che su quel tema eravamo all’avanguardia da decenni. Ora con grande fatica stiamo riportando la questione alla normalità, parlando di Tea, che sono tecnologie di innesto assistito. Il mondo scientifico italiano, e quello agricolo, sono già pronti sull’argomento».
Sono molti gli elementi di apprensione nella situazione attuale: «La preoccupazione principale è legata alla situazione sociopolitica, che influisce a livello agricolo: con la guerra in Ucraina il mangime e il concime sono andati alle stelle, perché provenivano principalmente da lì. Ma anche il pensiero che l’Ucraina entri in Europa non ci rasserena, perché destabilizzerebbe il mercato interno europeo – conclude Giacomo Brusa – I cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti e siamo i primi a subirne le conseguenze: lo abbiamo notato anche alle nostre latitudini e questa è una sfida importante a cui noi agricoltori siamo sottoposti direttamente. Un altro elemento di preoccupazione è la redditività delle aziende: il mercato cresce dal punto di vista dei costi, ma i prezzi dei prodotti restano sempre quelli. Invece, il lavoro in agricoltura va riconosciuto anche economicamente. Un altro problema in provincia è la fauna selvatica, che è sempre più invadente. Tutte situazioni preoccupanti, ma anche intriganti, perché noi le soluzioni le abbiamo e per noi la sfida vera è affrontare i problemi e cercare di risolverli».
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