“Ho la Vespa nel dna”. Dalla Valceresio a Pontedera per raccontare l’amore per il mitico scooter
In occasione del grande raduno mondiale, con decine di Nazioni rappresentate, lo scrittore varesino Lorenzo Franchini porta a teatro 'Le infinite strade della Vespa', un recital in musica e parole

«La Vespa ce l’ho nel Dna».
Lorenzo Franchini, grafico decoratore pubblicitario da Induno Olona, va in Vespa da 43 anni. E questo weekend racconta – sul palco di un teatro – il suo amore per il celebre scooter italiano in una sede speciale: i Vespa World Days che vanno “in scena” a Pontedera, la cittadina pisana che ospita lo stabilimento della Piaggio e il museo dedicato.
Franchini porterà sul palco del Teatro Era, venerdì pomeriggio, il recital “Le infinite strade della Vespa, piccole ruote per andare lontano”, in dialogo con il performer Iacopo Crudeli e con l’accompagnamento di due musicisti.
Un bel momento – tra i diversi che accompagnano i Vespa World Days – che segna il ritorno di questo speciale racconto a Pontedera: il recital era già stato portato nella sala al museo Piaggio a ottobre e si è guadagnato la “replica” di fronte a un pubblico speciale e nel principale teatro della città.
Noi non ne sappiamo molto di Vespa, ammettiamo. E quindi ci racconti lei: da dove parte questa storia?
«Nel 1981 ho comprato la mia Vespa, una Px. Era il mezzo delle scorribande, del percorso verso il lavoro, in quegli anni, dei primi viaggi» racconta Franchini. «Con il tempo ho scoperto che più che raggiungere la località il bello era il viaggiare. E il culmine è stato nel 2005, da Buenos Aires alla Terra del Fuoco: da questo evento ho tratto un libro, che ha avuto un bel riscontro. La Vespa è stata così qualcosa che ha attraversato tutta la mia vita».
Sulla scorta di quell’esperienza, Franchini dal 2009 al 2018 è stato collaboratore del magazine Mototurismo per le prove su strada di Vespa e scooter e con reportage di esperienze di viaggio.

Dal libro deriva anche lo spettacolo-recital, che – con le musiche di Roberta Brighi (basso) e Gabriele Andreotti (chitarre) – va a ripercorre la strada dei tanti – Franchini compreso – che in sella a una Vespa sono andati alla scoperta dei paesi del mondo, per poi andare a curiosare nelle pagine dei tanti scrittori che hanno fatto di una Vespa un personaggio dei loro romanzi e nella vita degli artisti che ne sono stati ispirati per le loro opere.

Ma lei, quante Vespe ha avuto o ha?
«La prima è la Px che si chiama Charley, un nome preso dal libro “Viaggio con Charley di Steinbeck. Poi ho una Vespa Primavera del 1979, una Pk del 1984, una Hp degli anni Novanta».
Da Samarate a Pontedera, 400 chilometri in Vespa per il “Vespa World Days”
Ma perché diciamo che Franchini ha la Vespa nel Dna?
Perché ci ha colpito l’aneddoto che racconta: «Anni dopo aver acquistato la mia prima vesta ho scoperto che in casa mia c’era già stata una Vespa, con cui nel 1956 mio padre era andato fino a Parigi con mia madre. Pensavo di essere un “vespista per caso”, invece forse ce l’avevo nel Dna».
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