Il confronto sul ruolo delle aziende dell’energia promosso da Acinque
Al tavolo hanno preso parte i capoluoghi dei territori in cui opera l’azienda, la Regione e il mondo delle università: partner fondamentale per spingere analisi e innovazione
Sala gremita al forum di Acinque che attorno alla testata “Quale ruolo per le utilities?” ha promosso un confronto sul riposizionamento delle aziende energetiche nell’epoca delle grandi trasformazioni, della transizione necessaria ai fini della tutela ambientale e delle opportunità dell’innovazione.
Al tavolo hanno preso parte i capoluoghi dei territori in cui opera l’azienda, la Regione e il mondo delle università: partner fondamentale per spingere analisi e innovazione. Vico Valassi, presidente di UniverLecco e Sondrio, ha rilevato la collaborazione con Acinque “che trova in noi un elemento con cui alimentare relazioni e reciproco interesse: le imprese dei nostri territori possono cogliere occasioni di sviluppo attraverso partnership virtuose”.
Una riflessione di merito e non di maniera quella andata in scena a Lariofiere di Erba, imperniata su uno studio di ampio respiro del consorzio Aaster, coordinato dal sociologo Aldo Bonomi, che ha analizzato e pesato vocazioni e identità del Gruppo, prodotto dall’integrazione delle utilities delle province di Como, Monza, Lecco, Sondrio e Varese.
Un’analisi in cui, come ha detto il direttore generale di Utilitalia, Giordano Colarullo, “in uscita da una crisi in cui le utilities hanno confermato tenuta e addirittura impresso un’accelerazione” le stesse imprese dell’energia si connotano quali “fattori abilitanti della transizione ecologica”. Un valore aggiunto rispetto alla mera funzione di erogatore di servizi in cui, ha ammonito il presidente di Arera Stefano Besseghini, “è necessario mantenere l’assoluta centralità del consumatore” a beneficio del quale è importante profondere massimo impegno affinchè l’evoluzione normativa sappia restare al passo delle fisiologiche trasformazioni in atto, in termini di aspettative e di bisogni.
“Il ruolo delle multiutility – ha commentato Roberto Tasca, presidente di A2A – è diventato sempre più penetrante sui territori, rispondendo alle crescenti esigenze dei cittadini e adattandosi ai cambiamenti degli ultimi anni che hanno modificato la domanda e l’offerta del settore: oltre ai servizi tradizionali, la nostra attività oggi tocca ambiti diversi, penso ad esempio al grande tema dell’elettrificazione dei consumi o della mobilità. Il nostro obiettivo è bilanciare l’impegno del Gruppo verso il mercato azionario con la responsabilità che abbiamo verso le comunità locali, all’interno di ogni Regione italiana, cui eroghiamo servizi essenziali.
“Siamo passati dalle municipalizzate al mercato – ha rimarcato nel suo intervento Bonomi – con forme nuove di presenza che collocano le utilities nel cuore di un nuovo scenario: parlare di utilities oggi significa parlare di vita e necessità quotidiane e dunque di prestazioni e forniture. Tuttavia il ruolo di erogatore di prestazioni non basta più. Il compito dev’essere più ambizioso poiché oggi le utilities sono viste come soggetti nevralgici della trasformazione cui affidare un ruolo guida. Sono chiamate a svolgere, di fatto, un ruolo “di coesione sociale, di governance delle piattaforme territoriali”. Come nel caso emblematico di Acinque “che tiene insieme città medie, piccoli comuni, distretti” cui può essere affidato un ruolo protagonista, propulsore della trasformazione in atto. Proprio le province rappresentano i luoghi in cui si va realizzando un inedito modello di sostenibilità urbana, distinguendosi quali driver evolutivo, sospinto dalla cultura e dagli strumenti dell’innovazione. Identità e leadership.
“Erogatore di servizi essenziali come nel vecchio modello delle municipalizzate ma anche generatrici di valore: sembra un ossimoro, ma in realtà è la nostra sfida” ha sottolineato l’amministratore delegato di Acinque, Stefano Cetti. “Assicurare prestazioni con continuità, sicurezza e qualità – ha continuato – era e resta la nostra mission ma, stante la trasformazione in atto, dobbiamo operare, con coraggio e ambizione, una revisione strategica, dobbiamo fare ‘un tagliando’ e spingerci oltre. La transizione energetica sollecita un’ulteriore proattività da parte di aziende come la nostra: sia quali perno di sinergie virtuose sul territorio sia quali leve di crescita per andare a cogliere le opportunità di sviluppo e le visioni strategiche sul futuro. Ecco perché ci poniamo l’obiettivo di trattenere e formare talenti e competenze avviando al nostro interno lo stesso processo di evoluzione culturale che chiama in causa il nostro riposizionamento. Intanto dobbiamo averne piena consapevolezza, è un impegno di responsabilità sociale”.
“In quest’epoca di grandi trasformazioni, siamo investiti da una responsabilità più articolata che interessa da vicino le aspettative e i bisogni delle comunità locali – ha detto il presidente di Acinque, Marco Canzi -. La modalità è quella peculiare che abbiamo dotato sin dalla nostra fondazione cioè la vocazione a fare rete, l’impulso a ragionare secondo partnership che coinvolgano i tessuti dell’impresa, dell’università, del terzo settore”. “Una sfida senz’altro ambiziosa perché sviluppata in contesti multiformi e complessi quali il vasto perimetro in cui ci muoviamo”. Proprio su quest’ultimo fattore – per il quale Acinque ha ricevuto un esplicito riconoscimento negli ultimi premi di top utility – s’impernia l’obiettivo di infrastrutturare e rendere sempre più attrattivi e centrali i territori. Un modello concreto di sviluppo sostenibile. “Vogliamo porci come promotori della trasformazione energetica – ha aggiunto Canzi -, intercettando e suggerendo opportunità di sviluppo a beneficio delle comunità locali di riferimento”.
Un messaggio condiviso dalla tavola rotonda cui hanno preso parte i sindaci di Como Alessandro Rapinese, di Lecco Mauro Gattinoni, di Varese Davide Galimberti, di Monza Paolo Pilotto (assente per pregressi impegni il primo cittadino di Sondrio), imperniata sul ruolo e sulle politiche che possono svolgere le utilities rispetto ai temi della coesione sociale, dell’innalzamento dei costi sociali della vita nelle città e quindi sul piano del welfare insieme agli altri attori del territorio stesso. Sono state sottolineate l’importanza del ruolo di Acinque e le grandi potenzialità che può mettere in campo grazie al riposizionamento virtuoso in cui l’azienda sta investendo.
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