La chat, l’incontro e la denuncia per maltrattamenti in famiglia: “Ora ho perso tutto, anche i miei figli”
L’uomo è imputato per maltrattamenti i famiglia, tutto registrato dalla ex compagna alla quale aveva intestato la casa
Lei 37 anni, di origini moldave. Lui 45, italiano. Si conoscono su di un sito appositamente realizzato per incontri e cominciano ad intessere una relazione: il viaggio in treno in Italia, le prime frequentazioni e l’inizio di una famiglia, che poi va a rotoli.
Oggi, giovedì 4 aprile, l’uomo è stato rinviato a giudizio per maltrattamenti in famiglia. Un reato molto grave, per il quale dovrà rispondere di fronte al Collegio di Varese. Le accuse sono pesanti: aver instaurato con la compagna un rapporto improntato sulla violenza e sulle minacce fisiche e verbali, sia per quanto riguarda la condizione di genere, sia per quanto riguarda la provenienza della donna (“sei una morta di fame, arrivi da un paese di m….).
Minacce che la ragazza avrebbe però registrato con il suo cellulare, e che, secondo l’accusa, sarebbero andate avanti dal 2018 al 2022, anno in cui la donna sparisce dalla vita dell’oramai ex compagno dopo aver preso la decisione di abbandonare la casa coniugale che condivideva col marito, sposato nel 2020, e coi due figli, uno avuto nel 2016 e l’altro nel 2020.
L’episodio scatenante l’abbandono del tetto coniugale riguarderebbe appunto quelle gravissime minacce riferite dal 45 enne originario del Luinese durante un litigio violento avvenuto due anni fa.
Ma oggi l’imputato, a margine dell’udienza, ha recriminato il grande stato di sofferenza da lui patito per essere stato posto nella condizione di non poter vedere i figli per un periodo di oltre otto mesi. L’imputato, difeso dall’avvocato Corrado Viazzo, ha spiegato che dopo la denuncia della donna e il successivo procedimento collegato al cosiddetto “codice rosso” (introdotto nel 2019 per colpire i reati di genere, e proteggerne le vittime), i figli da un giorno all’altro sono stati accolti in una struttura protetta insieme alla madre. «`Da quel momento, e per i successivi otto mesi, i miei figli non li ho mai più visti».
L’uomo oggi vive in condizioni economiche precarie dal momento che tutti i suoi risparmi erano stati utilizzati per l’acquisto della casa familiare (intestata alla moglie – l’ho fatto ingenuamente, in buona fede” – con la quale è in corso un procedimento di separazione legale) dove oggi vive la donna con i due bambini e la madre di lei arrivata dalla Moldavia.
«Mi trovo senza un soldo, senza un lavoro, e posso vedere i miei figli soltanto un giorno alla settimana con un assistente sociale, per cose che non ho mai fatto: non ho mai toccato una donna neppure con un dito». Tuttavia l’atto d’accusa è molto pesante poiché la parte offesa, oggi in giudizio rappresentata dall’avvocato Romana Perin, afferma di essere stata minacciata in maniera assai violenta dall’ex compagno: nell’atto di accusa sono presenti virgolettati dove si fanno riferimento a minacce esplicite, sempre secondo l’accusa pronunciata di fronte ai figli: «Ti taglio a pezzi, e ti do ai porci, così non resterà niente di te».
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