La parabola di Angeretti, lo storico capitano della Malnatese che ha “sposato” il calcio femminile

Classe 1977, è il mister delle ragazze dell’FC Carnago, impegnate nel campionato provinciale Csi in Eccellenza: per tanti anni è stato un simbolo del calcio provinciale maschile, ma oggi non tornerebbe più indietro

La parabola di Angeretti, lo storico capitano della Malnatese che ha "sposato" il calcio femminile

Chi ha calcato i campi da calcio della provincia di Varese negli Anni Novanta e Duemila non può non averlo incontrato o almeno aver sentito parlare di lui. Per 14 anni anni è stato il simbolo della Malnatese del presidente Maccecchini, difensore centrale e goleador implacabile di testa e sui calci da fermo.

Galleria fotografica

La parabola di Angeretti, lo storico capitano della Malnatese che ha “sposato” il calcio femminile 4 di 12

Oggi, appese le scarpette al chiodo, ha scelto il calcio femminile come vocazione. E non tornerebbe indietro. Luca Angeretti, classe 1977, dall’inizio della stagione è il mister delle ragazze dell’FC Carnago, impegnate nel campionato provinciale Csi in Eccellenza.

«Il calcio è sempre stata una passione di famiglia, mio papà Giovanni giocava e organizzava torneo di Cazzago insieme ad altri storici appassionati. Io ho iniziato iniziato ad Azzate a 4 anni, ho fatto lì tutta la trafila fino alla Juniores, poi un anno in Terza Categoria a Bodio e quindi, prima di compiere 18 anni, alla Malnatese per 14 anni, di cui 6 da capitano: quella società era una famiglia, non avrei mai potuto chiedere di meglio. Sono stati anni bellissimi tra Prima Categoria e Promozione. Ho finito la carriera con un anno a Leggiuno, uno a Biandronno e uno a Mornago. E poi ho iniziato a seguire il calcio femminile», racconta Angeretti, conosciuto da molti semplicemente come Il Capitano.

Da giocatore era uno tosto, fumantino, che non risparmiava entrate e urlate. Ma da mister, soprattutto nel calcio femminile e nel Csi a maggior ragione ha dovuto lavorare per smussare gli angoli ed entrare nella giusta sintonia con l’ambiente: «Quando giochi scarichi, quando sei fuori non sempre puoi, anche a livello caratteriale ci si deve adeguare. Ho dovuto lavorarci, il neurone non può partire. Io ho cominciato a seguire il calcio femminile quando la Juventus (è da sempre juventino sfegatato) ha cominciato ad avere anche la squadra Ladies. Mi ha affascinato l’ambiente, il clima disteso, l’atmosfera. Poi sono entrato più nello specifico e ho cominciato ad apprezzare anche la tecnica, la passione, l’agonismo. Quando mia moglie Francesca ha cominciato a giocare a Galliate Lombardo ho iniziato a seguire la sua squadra, facevo il tappa buchi, davo una mano dove serviva – racconta -. Poi quest’anno, complice la chiusura della società di Galliate, ho preso in mano le ragazze che si erano trasferite a Carnago, la società dove ho giocato a 7 una volta finito a 11. Ho cominciato a novembre, erano penultime e in piena zona retrocessione, ma alla fine ci siamo salvati. Il mio carattere? Ho dovuto smussarlo un po’, ma ci ho messo poche partite e qualche tirata di giacca da parte di mia moglie, che ringrazio anche per questo».

«Ho diversi amici ed ex compagni di squadra che allenano nel femminile, seguo spesso le loro partite, quelle del Varese per esempio, ma anche l’Inter. Le differenze col maschile ci sono, è indubbio, ma al di là del livello tecnico è l’aspetto umano che è diverso. C’è un diverso rapporto personale con le atlete: i maschi hanno un neurone, vedono la palla che rotola e resettano tutto, lasciano tutto fuori dal campo e pensano solo a giocare; le donne no, sono più complicate, si portano in campo e nello spogliatoio le preoccupazioni, le fatiche, quello che c’è fuori, la litigata col ragazzo o col marito, il lavoro. Per questo serve più tatto, più attenzione, più cura. Io ho 15 ragazze a Carnago, sto facendo il patentino da allenatore Csi, mi piacerebbe allenare a 11 in futuro e perché no arrivare alla squadra della mia città, il Varese, sempre compatibilmente col mio lavoro (fa pavimenti in resina da sempre). Per ora penso all’Fc Carnago, alla prossima stagione da cominciare col piede giusto. Le accompagno a fare un torneo a Cesenatico a maggio, ci sono sempre andate da amiche, quest’anno hanno voluto che ci andassi anche io per affrontarlo da squadra. Ne sono fiero», continua Angeretti.

La parabola di Angeretti, lo storico capitano della Malnatese che ha "sposato" il calcio femminile
In campo con la maglia della Malnatese e la fascia da capitano

«Sono innamorato dell’ambiente del calcio femminile, non tornerei indietro mai al maschile. Le calciatrici dimostrano che credono in te, si fidano, hanno un rapporto diverso. Il movimento cresce, a livello tecnico si vede che ci sono miglioramenti e sono tanti. Forse ci vorrebbe più tutela per le ragazze italiane, spesso le troppe straniere penalizzano il movimento soprattutto da un certo punto in avanti. Un segreto? Credo che valga sia per gli uomini che per le donne, da calciatore e da allenatore non è cambiato: è il gruppo che conta, la chiave di tutto per fare bene. Puoi avere un capitano carismatico e un attaccante da 40 gol, ma senza gruppo non vai da nessuna parte, è il lavoro di squadra che alla lunga premia», conclude Angeretti, il capitano che ha deciso di fare il mister nel calcio femminile.

di
Pubblicato il 03 Aprile 2024
Leggi i commenti

Galleria fotografica

La parabola di Angeretti, lo storico capitano della Malnatese che ha “sposato” il calcio femminile 4 di 12

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.