Morti sul lavoro a Bargi, Filetti (Cgil Varese): “Dolore, sgomento ma soprattutto rabbia”

La segretaria della Cgil varesina spiega: "Vogliamo promuovere un diverso modello sociale di sviluppo che si basa su un punto di vista del lavoro e non solo del profitto"

Presidio a Varese per lo sciopero generale

Riceviamo e pubblichiamo il commento di Stefania Filetti, segretaria generale della Cgil di Varese riguardo i morti sul lavoro nella centrale idroelettrica di Bargi. 

Basta morti sul lavoro!

Da martedì 9 aprile stiamo vivendo giorni e ore di apprensione e di dolore. I morti alla centrale idroelettrica di Bargi  in questo momento sono saliti a sei ma le squadre di emergenza stanno cercando ancora l’ultimo lavoratore disperso e altri quattro sono feriti gravemente durante lo scoppio e l’incendio. Dolore, sgomento ma soprattutto rabbia,  e con essa la determinazione ad andare avanti nella lotta contro un modo di fare impresa che non tiene conto della salute e della vita dei lavoratori.

Con la buona riuscita dello sciopero generale di ieri  e la manifestazione già in programma per il prossimo 20 aprile a Roma,  CGIL E UIL intendono proseguire la lotta:  al primo punto delle rivendicazioni c’è l’urgenza di un cambio di sistema proprio a partire dalla sicurezza sul lavoro.

In provincia di Varese, ci stiamo provando. La neonata Rete per la Sicurezza sul Lavoro  vuole essere un tentativo di mettere insieme le diverse rappresentanze sul territorio (Cgil Cisl e Uil, le associazioni rappresentanti delle imprese, Camera di Commercio, INAIL,  ITL, ATS, UST, INPS, forze dell’ordine, con la guida della Prefettura) con l’obiettivo di  condividere e di rendere più efficaci le azioni a favore di una maggiore e più estesa prevenzione. Un  lavoro generoso e aperto che potrà vedere buoni risultati solo se aumentano anche i controlli e le ispezioni nelle imprese varesine.

Inizia per la CGIL una fase di  forte impegno sindacale, una necessaria risposta al  difficile momento che stiamo attraversando.  Un cambio di passo che prosegue dalle mobilitazioni fatte fino ad ora ma che con l’utilizzo di tutti gli strumenti a nostra disposizione rivendica le mancate risposte e i mancati miglioramenti che chiediamo da tempo.

La CGIL, con tutti i passaggi democratici che contraddistingue il nostro modo di essere, ha deciso una strategia complessiva di mobilitazione attraverso la quale vogliamo promuovere un diverso modello sociale di sviluppo che si basa su un punto di vista del lavoro e non solo del profitto. In una condizione di sicuro peggioramento soprattutto a causa delle guerre, è necessario impegnarci per un cambiamento del sistema di sviluppo, per noi e per coloro che verranno dopo di noi. I problemi  non sono nuovi, ma dopo anni e anni di mancate risposte e di mancate soluzioni sono divenuti urgenze.

La CGIL insieme alle altre organizzazioni con diversi  governi  che si sono succeduti, (anche in solitudine e nei momenti più difficili della storia di questo paese) – ha avanzato proposte e  quando necessario organizzato scioperi e manifestazioni a sostegno. Abbiamo ancora la forza il coraggio e la determinazione  di contrastare, di opporci alle scelte di governo che contrariamente  a quanto viene dichiarato tutti i giorni, in pompa magna e con una certa arroganza, non agisce per ridimensionare le disuguaglianze,  toglie il sostegno a chi è più fragile, più solo e più povero,   aumenta la condizione di precariato nel lavoro, non adotta misure efficaci contro gli infortuni, allontana il diritto alla pensione, non investe sufficientemente nella sanità, nella scuola,  e non riconosce  le organizzazioni maggiormente rappresentative.

Tutti segnali via via sempre più concreti che  descrivono un modello di sviluppo che non tiene conto del benessere collettivo. Dove il concetto di sviluppo non vuol dire lontano dalle persone, dai problemi reali, ma al contrario di promuovere azioni che hanno al centro la persona, le difficoltà economiche di chi lavora, di chi è in pensione, la difficoltà e a volte la sfiducia di chi prova ad uscire da una condizione di precarietà, ad organizzarsi un futuro per sé e la propria famiglia. I  Rinnovi dei contratti collettivi nazionali e integrativi aziendali, la vertenzialità, i referendum e le proposte di legge di iniziativa popolare sono le 4 azioni collegate fra loro che la CGIL ha deciso di portare avanti.

Sarà un percorso di grande impegno e fatica, lo sappiamo prima di iniziare, ma ne vale la pena, perché lo dobbiamo alle persone che rappresentiamo e a quelle che vogliamo rappresentare.

E come sempre, se saremo in tanti  saremo più forti. Avanti tutta!

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Pubblicato il 12 Aprile 2024
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