Patrimoni senza eredi: nel 2040 più di 37 miliardi di euro lasciati in eredità alle comunità locali
Secondo una ricerca di Fondazione Cariplo c’è una ricchezza che può tornare alla comunità ed è rappresentata da quei patrimoni che appartengono a persone senza parenti o legittimi eredi
Nel 2040, più di 37 miliardi di euro potrebbero essere lasciati in eredità alle comunità locali. È questa la previsione della terza edizione dello studio “Patrimoni senza eredi”, promosso da Fondazione Cariplo. C’è quindi una ricchezza che può tornare alla comunità ed è rappresentata da quei patrimoni che appartengono a persone senza parenti o legittimi eredi e che potrebbero essere destinati ad opere e ad attività per il bene comune.
MIGLIORARE LA CAPACITÀ DI STARE SUL MERCATO
Lo studio è stato presentato, in anteprima, al Collegio Borromeo di Pavia, nel corso della conferenza dal titolo “Le ragioni del dono”, a cui hanno partecipato oltre agli autori della ricerca anche il presidente della Fondazione Cariplo, Giovanni Azzone, e il presidente della Fondazione Comunitaria di Pavia, Giancarlo Albini. «Il Terzo settore – ha detto Azzone – ricopre in Italia un ruolo fondamentale. Senza le organizzazioni non profit e il volontariato mancherebbero servizi e attività importanti per le persone, le famiglie e le nostre comunità. Se da un lato il Terzo Settore deve migliorare la sua capacità di “stare sul mercato”, dall’altro è innegabile che le donazioni e i lasciti sono una pilastro fondamentale per sostenere le attività di questi enti».
IL CONTESTO
Il contesto delle donazioni è caratterizzato da una bassa propensione degli italiani a fare testamento, fattore che condiziona la possibilità per il terzo settore di raccogliere lasciti. Inoltre sono pochi gli enti di terzo settore che svolgono attività di sollecitazione delle donazioni attraverso lasciti testamentari, mentre l’attività di promozione dei lasciti svolta dagli enti di terzo settore aumenta la loro probabilità di ricevere donazioni.
I DATI
In Italia, i patrimoni di persone senza eredi che complessivamente potrebbero passare di mano sarebbero pari, rispettivamente nel 2030 e nel 2040, a 20,8 e 88,1 miliardi di euro. Ammettendo che tutte queste persone decidessero di devolvere interamente il proprio patrimonio a istituzioni di beneficenza si tratterebbe di un ammontare davvero considerevole. Da questa stima rimane esclusa la componente di quelle famiglie con eredi che potrebbero decidere comunque di devolvere una quota per il bene delle comunità. I curatori del rapporto hanno realizzato una nuova simulazione che tiene del fatto che al momento di redigere testamento una parte della ricchezza disponibile (esclusa la quota legittima) venga devoluta al terzo settore (50% per singoli e famiglie senza eredi, 5% per le altre), i lasciti stimati potrebbero essere pari a 8,4 e 35,7 miliardi di euro, rispettivamente nel 2030 e nel 2040. Appare evidente, dalla differenza fra le due stime, che i valori dei lasciti al terzo settore dipendono fortemente dalla propensione a fare testamento da parte delle persone.
LE NOVITÀ
Il cambiamento demografico che interessa il nostro paese, con un significativo aumento della percentuale di anziani sul totale della popolazione e con l’incremento progressivo delle famiglie senza figli, porta con sé la crescita dei “patrimoni senza eredi”. Proprio questi ultimi potrebbero rappresentare una possibile fonte di ricchezza e nuovi fondi per l’attività delle organizzazioni del terzo settore. Per questa ragione, rispettivamente a quattordici e sette anni di distanza dai lavori precedenti (2009 e 2016) la ricerca ha aggiornato le stime sul valore potenziale dei lasciti testamentari destinati al terzo settore, a organizzazioni benefiche o ad altri enti con il fine del bene comune. L’aggiornamento riguarda sia i dati di partenza (le indagini sui bilanci e sulla ricchezza delle famiglie della Banca d’Italia e i dati sulle aspettative di vita dell’Istat), sia la metodologia utilizzata per le stime.
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