Pellicini contro l’intitolazione del Sociale a Dario Fo e Franca Rame: “Non in linea con la nostra tradizione”
Arriva a stretto giro, dopo l'annuncio del sindaco Bianchi, il commento del deputato e consigliere Andrea Pellicini: "Il Teatro è già intitolato al “Sociale”, cioè al popolo, in particolare ai lavoratori"
«Mi compiaccio nell’apprendere che il Comune addiverrà all’acquisizione del Teatro Sociale, completando un percorso iniziato nel mio secondo mandato dall’Assessore Dario Sgarbi. Non sono però d’accordo sulla proposta di intitolazione. Mi spiego. Il nostro teatro, voluto a fine ‘800 dalla Società Operativa di Mutuo Soccorso, è già intitolato al “Sociale”, cioè al popolo, in particolare ai lavoratori. Fu realizzato per essere il teatro della gente di Luino».
E’ con queste parole che il deputato e consigliere di minoranza Andrea Pellicini commenta l’annuncio del primo cittadino Enrico Bianchi di intitolare il Teatro Sociale di Luino a Dario Fo e Franca Rame, fatto in occasione della presentazione del Festival dei Mezaràt, che proprio in omaggio a questi due artisti verrà promosso.
«Trovo l’intitolazione non solo superflua, ma non in linea con la tradizione del nostro teatro – prosegue Pellicini -. Ciò premesso, posso al limite condividere, in via subordinata, l’intitolazione a Dario Fo, premio Nobel che visse per molto tempo a Luino e la cui famiglia ha avuto profonde radici nell’ identità locale, a partire dalla nostra storica ferrovia. Ma non comprendo affatto l’estensione dell’omaggio a Franca Rame, sicuramente un’artista di valore, ma che con Luino ha poco a che fare».
Il punto, secondo Pellicini, è «che sembra di vedere in questa dedica la volontà della giunta di dare un connotato politico alla scelta, essendo stata Franca Rame forse la massima animatrice di “Soccorso Rosso”, struttura organizzativa che si occupava della difesa e del sostegno dei militanti della sinistra extraparlamentare finiti in carcere. Franca Rame arrivò anche a scrivere al Presidente della Repubblica a difesa di Achille Lollo, accusato e poi condannato per il rogo di Primavalle, in cui militanti di Potere Operaio diedero fuoco alla casa del segretario del Movimento Sociale Mario Mattei, provocando la morte di Virgilio e Stefano Matteo di 22 e 10 anni. Ecco perché invito il Sindaco e la giunta – conclude l’ex sindaco – a ripensare al proprio proposito. Possiamo anche ragionare insieme su Dario Fo, in quanto illustre nostro concittadino. Ma fermiamoci lì».
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