Piazza Pulita bis torna in aula dopo l’assoluzione di Fratus, Cozzi e Lazzarini. La Procura cambia l’accusa
Dalle difese degli imputati la richiesta - respinta - di mettere una pietra tombale sul processo dopo l'assoluzione in appello di Fratus, Cozzi e Lazzarini
Che l’assoluzione in appello dell’ex sindaco Gianbattista Fratus, del suo vice Maurizio Cozzi e dell’ex assessore alle opere pubbliche Chiara Lazzarini potesse cambiare le carte in tavola anche per il processo “Piazza pulita bis” era più di un’ipotesi. E infatti quell’ipotesi ha trovato conferma giovedì 4 aprile con il ritorno in aula del secondo filone processuale nato dall’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Nadia Calcaterra, che a maggio 2019 aveva decapitato la giunta a trazione leghista di Legnano portando poi nella successiva primavera del lockdown alle condanne “eccellenti” dei tre ex amministratori.
Da un lato le difese degli imputati, che come era ampiamente prevedibile hanno provato a giocare la carta dell’assoluzione in appello sulla base del dispositivo della sentenza di secondo grado – di cui ancora si attende di leggere le motivazioni -, chiedendo al giudice Giulia Pulcina di mettere una pietra tombale sul processo. Dall’altra la pubblica accusa, che ha parlato di una «richiesta prematura» in attesa delle motivazioni della sentenza d’appello, soprattutto per quanto riguarda la corruzione elettorale contestata a Luciano Guidi, reato per cui la Procura generale di Milano aveva confermato la richiesta di condanna e non può quindi dirsi ancora tramontata l’ipotesi di un ulteriore ricorso.
Il pubblico ministero ha anche chiesto la modifica dei capi di imputazione con la formula dell’imputazione alternativa: si passa in soldoni dalla turbativa d’asta al reato di abuso di ufficio consumato o tentato. Respinta la richiesta delle difese dal momento che ad oggi siamo ancora davanti ad un provvedimento «non definitivo e non corredato da motivazione», il processo visti i nuovi capi di imputazione passerà ora nelle mani del Tribunale in composizione collegiale.
In aula si tornerà il prossimo 21 maggio. Per i fatti che ormai quasi cinque anni fa avevano azzerato l’amministrazione comunale di Legnano il processo Piazza Pulita bis vede a giudizio Paolo Pagani, ex direttore generale di Amga, Enrico Barbarese, ex dirigente per lo sviluppo organizzativo del comune, Enrico Peruzzi, suo predecessore, Mirko Di Matteo, ex direttore di Euro.PA, e Catry Ostinelli, ex presidente di Amga, chiamati a rispondere dell’accusa di aver collaborato a vario titolo con Fratus, Cozzi e Lazzarini alla manipolazione del conferimento di un incarico di consulenza in Euro.PA, della selezione del dirigente per lo sviluppo organizzativo di Palazzo Malinverni e della nomina del direttore generale di AMGA.
A Luciano Guidi, invece, viene contestato un accordo stretto con Fratus in occasione del turno di ballottaggio delle elezioni amministrative del 2017, quando proprio come l’ex sindaco era in corsa per la poltrona da primo cittadino: accordo in virtù del quale avrebbe barattato i propri voti con una nomina in una municipalizzata per la figlia. Per Flavio Arensi, infine, l’addebito riguarda il bando attraverso il quale è diventato curatore artistico del Comune di Legnano, che secondo gli inquirenti sarebbe stato cucito su misura proprio per il critico d’arte.
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