“Pronti a sanare le irregolarità ma non fateci demolire il motocross di Schianno”

Il presidente della storica società Renato Malnati spiega cosa c'è all'origine dell'ordinanza emessa dal sindaco Trevisan che impone l'abbattimento della struttura entro giugno

C’è un piccolo spiraglio, un’apertura che fa pensare che ci siano ancora margini per salvare il Motocross di Schianno.

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Un’ordinanza comunale impone la demolizione del motocross di Schianno 4 di 20

Mentre la raccolta firme prosegue, sono ormai oltre 2700 le persone che hanno chiesto di bloccare la demolizione, il sindaco Paolo Trevisan ha fatto sapere che, se chi gestisce la struttura si impegnerà a tutelare la zona verde e a rispettare le norme, l’attività potrà proseguire.

Un passo piccolo ma importante verso una soluzione che fino a qualche giorno fa sembrava lontanissima.

LA VICENDA

Ripercorriamo la strada che ha portato al 25 marzo 2024 quando un’ordinanza di 26 pagine firmata dal sindaco Paolo Trevisan ha disposto l’abbattimento della pista di motocross e di alcune strutture fisse ad essa connessa: torrette, punto ristoro, verande. Alla base dell’ordinanza (qui il testo completo) le irregolarità compiute nel tempo che hanno modificato la struttura originaria. Il problema sta, in fondo tutto qui: la pista di Motocross di Schianno è una delle più antiche di Lombardia e forse d’Italia e proprio quest’anno celebra i 60 anni di attività;  nel corso del tempo, in effetti, la morfologia è cambiata, come ammette lo stesso Renato Malnati presidente del Moto Club Schianno dal 2010: «È stato davvero terribile ricevere quella comunicazione – esordisce – Il Comune ci ha dato 90 giorni per demolire tutto l’impianto. Un’ingiunzione impossibile da attuare non solo perché non disponiamo delle finanze necessarie ma soprattutto perché troviamo questa decisione ingiusta. Ci opporremo in tutti i modi: abbiamo chiesto ad un avvocato di Busto Arsizio di seguirci e darci supporto».

LE IRREGOLARITA’

Ma cosa c’è che non va in questa area che ospita le piste di motocross dove, da oltre mezzo secolo, si svolgono campionati regionali e allenamenti? «Partiamo dal fatto che tempo fa fu fatta una raccolta firme perché gli abitanti della zona attorno, Lozza, Bizzozero e Schianno si lamentavano del rumore – spiega Malnati-. Un centinaio di firme o poco più, ma prendemmo in considerazione la protesta e chiedemmo ad Arpa di fare dei rilievi. Risultò tutto nella norma, il rumore era entro la soglia consentita. L’amministrazione inoltre ci contesta movimenti di terra irregolari e la realizzazione di opere mai autorizzate. Siamo andati a cercare tutta la documentazione raccolta nel tempo dai vari dirigenti: tra le carte abbiamo trovato una richiesta di condono edilizio del 1990, per una casetta che accoglie l’infermeria. Pare non ci sia mai stata risposta».

«Il Comune contesta poi il fatto che non ci sia un corretto smaltimento dei rifiuti – continua il presidente Malnati – Anche a questo abbiamo sempre provveduto noi. Dopo le manifestazioni e le gare raccogliamo tutto e portiamo nei centri raccolta. Ora chiederemo che all’associazione venga fatto regolare contratto. Infine hanno trovato, durante un controllo, delle gomme accatastate coperte da piccole lastre di eternit: le gomme erano nostre, ed erano lì solo provvisoriamente, l’eternit non era nostro, ma abbiamo smaltito tutto noi».

Motocross Schianno 2024

Quel che il presidente del Moto Club Schianno, il vicepresidente Domenico Ferrario e il consigliere Carlo Paolo Fidanza (nelle foto) tengono a precisare che tutto è stato fatto sempre alla luce del sole anche perché il Motocross Schianno è inserito nel Pgt ed è tutto “tracciato”: «L’area è suddivisa tra 24 proprietari – spiega ancora Malnati – che ai tempi avevano concesso l’uso dei loro terreni all’associazione sportiva. Ora li abbiamo ricontattati tutti e, tranne uno, che non siamo riusciti a raggiungere, gli altri hanno confermato la locazione degli spazi. Insomma, di abusivo o losco qui non c’è nulla».

COSA DICE IL COMUNE

Nei giorni scorsi l’amministrazione comunale ha diffuso un comunicato per chiarire la sua posizione. Eccolo

“Dal 2017 la zona ha subìto un progressivo degrado ambientale dovuto a uno sfruttamento economico incontrollato delle piste. Infatti, se per anni è stato tollerato che si compisse un sistematico e progressivo stravolgimento e degrado della zona, oggi non è più possibile restare inermi davanti a fenomeni di tale noncuranza e spregio nei confronti dell’ambiente e delle norme che, oltre a deturpare il paesaggio, non hanno portato alcun vantaggio per la nostra comunità. Mentre dagli anni ’70 e sino al 2017 l’utilizzo era limitato a poche gare all’anno e a sporadici allenamenti, dal 2017 la società che ha gestito l’attività lo ha trasformato in una vera e propria scuola di motocross a dispetto dell’ambiente e dei diritti dei proprietari dei fondi interessati, arrecando peraltro disagi e disturbo al vicinato che più volte si è rivolto all’Amministrazione comunale per manifestare le proprie legittime lamentele”.

“È perciò necessario ricondurre l’utilizzo di quest’area a criteri che ne evitino il progredire del degrado. Il desiderio di alcuni di mantenere comunque in vita l’attività, così come è stata gestita dal 2017, si scontra sia con la mutata sensibilità ambientale dei nostri tempi sia con il dovere di chi ha la responsabilità di amministrare il territorio di chiedere il rispetto delle norme”.

“Il buonsenso imporrebbe comunque di evitare che interessi privati ed estranei a quelli della nostra comunità, volti solo al profitto, dispongano e degradino parte del nostro territorio senza attenzione alla qualità della vita di una parte dei nostri concittadini. Ricordiamo, infatti, che negli ultimi anni sono state raccolte oltre 100 firme di abitanti della zona limitrofa che denunciavano i disagi creati e subiti dall’esercizio dell’attività sopra descritta”.

“Se l’intenzione della associazione locale di motoclub, con la piena e formale autorizzazione dei privati proprietari dei luoghi è quella di proseguire l’attività sui terreni indicati nel provvedimento, potranno farlo nel pieno rispetto delle norme vigenti richiamate”, conclude il comunicato.

GLI ALLENAMENTI

Da tempo  gli allenamenti sono gestiti dal team Mcr di Vedano Olona. Ma questa situazione ha rallentato l’attività. «Nessuno di noi lucra su questa attività – dice ancora Malnati – Per un’intera giornata in pista si pagano 25 euro. Ormai spesso mettiamo soldi di tasca nostra per mantenere in ordine la struttura». «Forse non ci si rende conto di una cosa – conclude – Noi qui facciamo manutenzione dell’area verde. Dal punto di vista idrogeologico non è mai accaduto nulla. Gli otto salti che compongono la pista non hanno mai avuto un cedimento, nemmeno con le forti piogge. Oggi abbiamo problemi con la caduta di alberi morti e la pulizia del sottobosco. Questa poi è una zona isolata: il rischio che diventi area di spaccio è molto alto. Noi la manteniamo viva, qui viene gente da tutta la Lombardia a fare gare. Abbiamo avuto competizione con 150 concorrenti che si fermavano in paese anche un paio di giorni. Quella di Schianno è forse l’unica pista in un’area verde, rimasta in tutta la provincia. C’è ormai solo quella di Malpensa che però è completamente diversa».

LE RICHIESTE

Cosa si chiede quindi? «Siamo consapevoli che le regole vadano rispettate. Chiediamo solo del tempo per sanare le irregolarità. Vorremmo avere la possibilità di sederci ad un tavolo e discutere, trovare una conciliazione. Abbattere tutto sarebbe un errore gravissimo, a nostra avviso, un danno per questo sport e per il paese».

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Pubblicato il 15 Aprile 2024
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