Teatro Periferico gremito per la storia del Villaggio Cagnola Verso la vita
La pedagogia attiva del Villaggio Cagnola nel secondo dopoguerra rivive nei racconti degli ex cittadini, tra i commenti degli studenti di oggi e le incursioni della Maestra
Tutto esaurito e oltre, con alcuni spettatori accomodati sui cuscini a terra, al Teatro Periferico per Verso la vita, non proprio uno spettacolo ma una lettura teatralizzata delle interviste a 13 ex cittadini del Villaggio-Scuola Cagnola.
Quella del Villaggio Cagnola alla Rasa di Varese fu un’esperienza di pedagogia attiva unica, laica e democratica. Nata nel secondo dopoguerra e ispirata, tra gli altri, a don Milani e Maria Montessori, accoglieva principalmente bambini e ragazzi difficili, orfani, segnalati dai tribunali dei minori o con disturbi del comportamento.
La scuola è fatta di studenti o di cittadini? Il suo compito primario è dare ai ragazzi l’opportunità di sperimentare e scoprire le proprie abilità o insegnare loro la grammatica? La disciplina si impone o si crea condividendo regole, necessità e responsabilità?
Attorno a queste domande si sviluppa uno spettacolo corale, dove gli attori del Teatro Periferico danno voce alle testimonianze di chi è cresciuto al Villaggio Cagnola. Con loro gli allievi del Periferico, nei propri panni di ragazzi di oggi, a commentare le scelte educative, la storia, le regole di vita e le esperienze raccontate. Interrotti talvolta dalla Maestra, quella con la M maiuscola, a rappresentare la scuola italiana tradizionale di allora e attualmente in gran rispolvero, tra norme più ferree su sospensioni e condotta e voti reintrodotti anche alle primarie.
«Il personaggio della maestra non era presente nella versione originale del testo di Loredana Troschel, nato dalle interviste dei ragazzi del Liceo di Luino a Sonia Rossi, figlia di Sergio e Rosina Rossi che diressero il Villaggio Cagnola dal 1952 al 1961, e agli altri cittadini del Villaggio – ha detto la regista, Paola Manfredi, al termine dello spettacolo – Vista la cronaca attuale ci è però sembrato doveroso inserirla».
Se la scuola delle competenze e della formazione della persona al centro del sistema d’istruzione ha bruscamente cambiato direzione, dal canto suo il Teatro Periferico per l’occasione ha capovolto il teatro, con il pubblico distribuito in parte sul paloscenico e rivolto verso i palchi, inseriti invece nella scenografia di Verso la Vita.
In questo cortocircuito tra ciò che sta di fronte e ciò che sta dietro, tra passato e orizzonte futuro, la storia di un’esperienza pedagogica di oltre sett’antanni fa, all’avanguardia nell’Italia del secondo dopoguerra è sembrata ancora – in una sera di aprile del 2024, 79 anni dopo la Liberazione – un’avanguardia pedagogica, di cura e rispetto della libertà.
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