A Busto Arsizio il processo per sottrazione di minore. Così l’omicida di Varese voleva riprendersi il figlio
Prima dell'omicidio di Fabio Limido e del tentato omicidio dell'ex moglie Lavinia, Marco Manfrinati aveva denunciato la famiglia di lei per sottrazione del figlio che avevano avuto durante il matrimonio
Si è svolta questa mattina (martedì) nel tribunale di Busto Arsizio l’udienza per il processo per sottrazione di minore scaturito dalla denuncia che Marco Manfrinati presentò nei confronti della famiglia dell’ex moglie Lavinia Limido nei mesi precedenti all’omicidio del padre Fabio e al tentato omicidio della stessa, consumatisi lo scorso 10 maggio in via Ciro Menotti a Varese proprio per mano di Manfrinati.
Si tratta di uno dei due procedimenti giudiziari già avviati nelle more della separazione burrascosa tra i due coniugi, sfociata in una tragedia che ha sconvolto la città di Varese poche settimane fa. L’altro, infatti, è addirittura precedente e consisteva in una denuncia per maltrattamenti da parte della varesina nei confronti dell’ex avvocato bustocco.
Per entrambe la Procura di Busto Arsizio ha chiesto l’archiviazione e in entrambi i casi i legali (Fabrizio Busignani per Manfrinati e Fabio Ambrosetti per Lavinia Limido) si sono opposti. Per quanto riguarda la sottrazione di minore il giudice per le indagini preliminari Piera Bossi, si è riservata la decisione.
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