Crisi del settore mecalmeccanico: la Fim Cisl denuncia il coinvolgimento di 103.000 lavoratori
Automotive, elettrodomestico, siderurgia, termomeccanica risultano essere i settori maggiormente colpiti e si parla di più di 77.000 posti di lavoro a rischio a livello nazionale
Sono 103.000 i metalmeccanici coinvolti nelle crisi a livello nazionale, 18.634 in più rispetto al 2° semestre 2023. Sono aumentate anche le crisi di settore e quelle legate alla transizione: automotive, elettrodomestico, siderurgia, termomeccanica risultano essere i settori maggiormente colpiti e si parla di più di 77.000 posti di lavoro a rischio. In particolare, si registra un forte calo delle commesse e la conseguente apertura della cassa integrazione in 712 aziende censite dalla FIM CISL, 242 delle quali nella sola Lombardia (in aumento rispetto al semestre precedente).
Stessa cosa per quanto riguarda gran parte del settore dell’elettrodomestico, che sta affrontando importanti operazioni di cambio dell’assetto societario e ristrutturazioni. Da segnalare la crisi di aziende come Fimer (Arezzo e Vimercate), con oltre 1100 dipendenti, che dopo l’acquisizione della divisione ABB per la produzione di inverter fotovoltaici versa in crisi da più di due anni.
La siderurgia sconta un rallentamento della domanda d’acciaio e costi dell’energia che restano di gran lunga superiori alla media europea e ciò si riflette inevitabilmente sulle marginalità e i costi di produzione.
In alcune regioni, poi, tra le quali la Lombardia, su molte aziende continuano a pesare gli effetti derivanti dal conflitto tra Russia ed Ucraina, concentrati in particolare nei settori legati ai serramenti, macchinari e impiantistica industriale.
Per quanto riguarda l’automotive, che in Italia coinvolge oltre 256.000 lavoratori diretti, infine, permane il calo delle vendite, nonostante gli incentivi pubblici alla mobilità green, pari a 950 milioni di euro, come pure l’incertezza in tutto il settore.
«L’industria metalmeccanica rappresenta una grande leva di benessere economico, non solo in Lombardia, ma per Italia e l’intera Europa, con grandi potenzialità e un dinamismo che però va accompagnato e sostenuto. Occorre però guidare la transizione digitale ed ecologica rendendola socialmente sostenibile soprattutto nei nostri settori più impattati dalle transizioni» ha commentato Mirko Dolzadelli, Segretario Generale FIM CISL Lombardia.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
fratetoc su Anche Besnate approva la tariffa puntuale per i rifiuti
elenera su Un falco pellegrino protetto è stato crivellato di pallini a Malnate
Felice su Beko: in Italia a rischio tre stabilimenti tra cui quello di Cassinetta
Felice su Aggredito un capotreno a Genova, indetto uno sciopero nazionale per martedì 5 novembre
Alberto Gelosia su A Samarate scoperta dalla Finanza una fabbrica cinese abusiva, lavoro nero per l'alta moda
cladico su A Samarate scoperta dalla Finanza una fabbrica cinese abusiva, lavoro nero per l'alta moda
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.