Ferrara: “Cassinetta è una priorità assoluta, ma la crisi Beko tocca tutta l’Italia”
L'onorevole varesino del MoVimento 5 Stelle: "I 350 esuberi previsti restano una ferita aperta per il territorio"

«La crisi dello stabilimento Beko di Cassinetta, cuore pulsante della provincia di Varese, è una ferita profonda per il nostro territorio. La salvaguardia di questo storico impianto deve essere una priorità assoluta per il governo, l’azienda e tutte le parti coinvolte. Oggi al Mimit si è svolto un incontro tra azienda e vertici delle parti sindacali, un tavolo al quale non siamo stati invitati, ma che abbiamo comunque voluto seguire da vicino recandoci al Ministero. All’esterno non vi era alcuna presenza visibile di lavoratori, poiché il confronto era riservato esclusivamente ai rappresentanti sindacali e all’azienda». Queste le parole dell’onorevole varesino del MoVimento 5 Stelle Antonio Ferrara.
Cassinetta al centro della crisi: un piano ancora insufficiente
«La decisione dell’azienda di ritirare la dismissione delle linee di montaggio a Cassinetta – prosegue Ferrara – è un passo nella direzione giusta, ma non basta. I 350 esuberi previsti restano una ferita aperta per il territorio. È necessario trasformare le promesse di investimento in progetti concreti e vincolanti, che garantiscano la continuità produttiva e salvaguardino i posti di lavoro. Cassinetta non può permettersi una riduzione che metta a rischio l’equilibrio economico e sociale dell’intera provincia di Varese».
Gli altri territori coinvolti: una crisi nazionale
Oltre a Cassinetta, la crisi Beko si estende ad altri stabilimenti in Italia, che affrontano anch’essi prospettive drammatiche:
• Siena: La cessazione della produzione a fine anno resta confermata, nonostante la disponibilità dell’azienda a mantenere i contratti di affitto fino al 2027. Una proposta di reindustrializzazione è stata avanzata, ma senza dettagli concreti al momento.
• Comunanza (Marche): Si valutano ipotesi di un piano alternativo alla chiusura, ma la sostenibilità economica e produttiva rimane incerta.
• Melano e Carinaro: Si registrano rispettivamente 68 e 40 esuberi, con un impatto significativo sulle economie locali.
• R&D e staff: Sono previsti 198 esuberi nelle funzioni di ricerca e sviluppo, colpendo in particolare Cassinetta e Fabriano. In totale, tra commerciale, regionale e funzioni trasversali, si stimano 678 esuberi, che mettono a rischio la sostenibilità dell’intero piano industriale”.
Serve un cambio di passo dal Governo e dall’azienda
«Il piano industriale presentato – spiega l’onorevole varesino – appare ancora troppo debole per raggiungere un’intesa che dia garanzie concrete ai lavoratori e ai territori coinvolti. Il governo deve fare la sua parte, passando dalle parole ai fatti, iniziando con azioni tangibili per riequilibrare le dinamiche con l’azienda. È fondamentale che venga finalmente esercitato il peso politico richiamato più volte, per costringere la multinazionale a sedersi al tavolo con l’obiettivo reale di salvaguardare i lavoratori e le produzioni. La situazione di Siena richiede particolare attenzione: l’acquisizione del sito e la sua riconversione devono essere priorità concrete, non promesse generiche».
Un impegno per Cassinetta e per tutto il sistema industriale
«Quello che ho visto oggi fuori dal Mimit – conclude Ferrara – è la rappresentazione di una crisi che si sta discutendo in modo estremamente ristretto. I vertici delle parti sindacali erano presenti al tavolo, ma non vi era alcun coinvolgimento o presenza visibile di lavoratori all’esterno. Tuttavia, noi continueremo a esserci: Cassinetta rimane la mia priorità assoluta, e come deputato della provincia di Varese sarò sempre al fianco dei lavoratori per difendere il loro futuro e il nostro tessuto produttivo. Questa crisi non riguarda solo Cassinetta, ma è un simbolo di una gestione che deve cambiare per il bene dell’intero Paese».
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