Stefano Bollani e la United Soloist Orchestra, sublime viaggio tra genio e improvvisazione
Il compositore e pianista milanese si è esibito al LAC di Lugano duettando anche con l'orchestra diretta da Arseniy Shkaptsov. La chiusura con un omaggio a Chick Corea

Ci sono poche esperienze musicali capaci di esaltare l’arte di Stefano Bollani quanto il suo dialogo solitario con gli 88 tasti del pianoforte: una di queste è sicuramente la condivisione della sua genialità con un’intera orchestra, alchimia questa capace di creare un connubio tra improvvisazione e sinfonia. Questo straordinario binomio è andato in scena al LAC di Lugano, dove il Maestro ha suonato insieme alla United Soloists Orchestra, ensemble sinfonico composto da giovani solisti di fama internazionale, diretti con maestria dal direttore artistico e musicale Arseniy Shkaptsov.
UN VIAGGIO TRA PRELUDI E IMPROVVISAZIONE
La serata si è aperta con Bollani in solo, alle prese con i suoi 18 preludi, una raccolta in note musicali di brevi riassunti di esperienze di vita del percorso artistico del pianista. Queste stupende miniature musicali, hanno trasportato il pubblico in un viaggio attraverso un pentagramma immaginario dalle mille sfumature in cui si sono alternate lirismo, virtuosismo e ironia.
Ed a proposito di ironia, in realtà, i preludi eseguiti sono stati 19 se si conta l’ultimo, inatteso, nato da un inconveniente che solo un talento come Bollani poteva trasformare in arte: un telefono squilla tra il pubblico interrompendo il flusso della musica, il Maestro smette di inseguire i tasti con le due dita, ed assieme ad un sorriso sfodera il suo inconfondibile spirito istrionico improvvisando un delizioso siparietto. Riproducendo cioè al pianoforte la celebre suoneria del brano “Gran Vals” di Francisco Tárrega, melodia che tutti conoscono anche se spesso non se ne conosce il titolo, perché storicamente associata a una famosa marca di telefoni cellulari. Un momento di leggerezza e genialità capace di strappare sorrisi ed applausi. Anche questo è Bollani.
L’INCONTRO TRA BOLLANI E L’ORCHESTRA
Nella seconda parte del concerto è stata la volta della United Soloists Orchestra, che ha fatto il suo ingresso in grande stile, schierando sul palco giovani musicisti dal talento straordinario, perfettamente a loro agio davanti al numeroso pubblico e al confronto con un artista del calibro di Bollani.
Il programma orchestrale è iniziato con un’energica esecuzione di “Mambo” da West Side Story di Leonard Bernstein, brano travolgente che ha visto il perfetto intreccio tra la sezione d’archi, i fiati e pianoforte, dando subito prova dell’eccellente intesa tra il solista e l’orchestra.
A seguire, è arrivata una delle pagine, anzi degli spartiti, più coinvolgenti della serata: il “Danzón n. 2” del compositore messicano Arturo Márquez. Scritto nel 1993 su ispirazione del pittore Andrés Fonseca e della ballerina Irene Martínez, il brano è un omaggio alla tradizione musicale cubana e ha dato vita a un vero e proprio tripudio sonoro con calde musicalità latine. Il pianoforte e l’orchestra hanno vibrato all’unisono, con un crescendo di emozioni che ha fatto risuonare le note ben oltre la sala, fino a lambire idealmente le rive del lago che abbraccia l’auditorium.
L’atmosfera si è fatta poi più intima con “E poi venne il giorno”, brano per pianoforte e orchestra del compositore Sergio Bachelet, per poi arrivare al gran finale con la celeberrima “Rhapsody in Blue” di George Gershwin. Qui Bollani ha dato il meglio di sé, lasciandosi trascinare dalle sfumature jazzistiche e dalla straordinaria energia ritmica del pezzo, spingendo il pubblico ad un naturale battito di mani collettivo, scandito dal crescendo incalzante dell’orchestra.
OMAGGIO A CHICK COREA
Quando tutto sembrava concluso, c’è stato spazio per un ultimo regalo musicale: un bis che ha assunto le forme di un omaggio verso uno dei più grandi pianisti jazz del Novecento, Chick Corea, artista con oltre 80 album all’attivo e 23 Grammy Awards vinti, capace di lasciare un’impronta indelebile nella storia della musica. Bollani e la United Soloists Orchestra gli hanno reso omaggio con una magistrale esecuzione di “Spain”, brano iconico che ha infiammato il pubblico e chiuso la serata nel segno della grande musica e dell’emozione pura.
Una serata memorabile, in cui il talento affermato di Bollani e i talentuosi musicisti della United Soloists Orchestra hanno suonato allo stesso livello, fondendosi attraverso un’esperienza sonora capace di incantare e sorprendere, dimostrando ancora una volta come la musica, quando suonata con passione, possa diventare un linguaggio universale capace di connettere chiunque.
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