Sui taser alla polizia locale di Varese il PD risponde alla Lega: lo scontro continua
Continua lo scontro Lega/PD sui Taser alla polizia locale di Varese, cominciato nell’ultimo consiglio comunale del 4 marzo
Lo scontro PD/Lega sui Taser alla polizia locale di Varese, cominciato nell’ultimo consiglio comunale del 4 marzo, non si ferma.
Nella seduta del 4 marzo, la mozione della consigliera Barbara Bison (Lega Salvini Lombardia) e di altri membri del gruppo consiliare, relativa alla dotazione di Taser per gli agenti della Polizia Locale ha diviso i consiglieri tra l’importanza o no di avere tale dispositivo (oltre alla pistola, già in dotazione), ma anche su se e come integrare nella mozione un ordine del giorno proposto da Lorenzo Macchi (PD) che chiedeva, per poter essere votata anche dalla maggioranza, di «svolgere una consultazione referendaria tra i dipendenti della polizia locale per stabilire se procedere o meno alla sperimentazione del taser». L’ordine del giorno non è stato comunque accettato dalla consigliera leghista, con il risultato che la mozione è stata bocciata con 9 voti favorevoli contro 19 contrari.
«Abbiamo un amaro piacere nel constatare che, finalmente, il Comune ci ha messo la faccia e che la maggioranza ha preso una posizione chiara: si assume la piena responsabilità dello stato di degrado e insicurezza che caratterizza Varese – Ha commentato nella giornata del 5 il segretario della Lega di Varese Marco Bordonaro – Con questo voto, la sinistra ha mostrato all’intera cittadinanza qual è la sua idea di polizia locale: un corpo disarmato e in progressivo smantellamento, il cui scopo dovrebbe essere solo fare multe».
Ora, arriva la replica del consigliere Lorenzo Macchi, presidente della commissione Polizia Locale, Sicurezza e Protezione Civile e autore dell’ordine del giorno: «Abbiamo assistito a una scena surreale – ha dichiarato Macchi – Il gruppo del Carroccio non si è preso la responsabilità di portare avanti il nostro ordine del giorno con cui chiedevamo che fossero gli e le agenti di polizia locale a decidere con un referendum se dotarsi del taser».
Secondo Macchi, questa posizione smentisce l’idea che la sicurezza sia una prerogativa esclusiva della destra. «Abbiamo proposto alla Lega di accettare il nostro ordine del giorno, ma il gruppo di Matteo Salvini ha preferito che fosse la politica a prendere questa decisione, imponendola agli uomini e alle donne che ogni giorno pattugliano le nostre strade».
Macchi ha infine criticato la coerenza del partito a livello nazionale: «A quanto pare, la sicurezza sta a cuore soltanto a noi; ma del resto, cosa ci si poteva aspettare da un partito che sostiene un governo che vara un nuovo decreto sicurezza senza stanziare neanche un euro per l’assunzione di nuovi agenti?».
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