Delitto di Samarate, “si stavano separando“, il figlio aveva denunciato il padre per violenza privata
Una situazione famigliare difficile alla base di quanto avvenuto nel tardo pomeriggio di mercoledì quando la donna è stata uccisa a coltellate dall’ex marito. L'omicida ha confessato

Una relazione consumata, due figli grandi, la decisione di allontanarsi, di separarsi da quell’uomo col quale non c’era più ragione si restare.
Teresa Stabile, 55 anni, uccisa ieri sera dal marito Vincenzo Gerardi, una decisione l’aveva presa. Aveva contattato un legale, l’avvocata Manuela Scalia, per istruire le pratiche della separazione. Il consiglio di allontanarsi dalla casa dove viveva con suo marito, lui di professione operaio, lei in questo momento senza una occupazione. Si era trasferita dai genitori: stesso complesso immobiliare, un appartamento. Palazzine contigue, vicine. E mantenimento delle vecchie abitudini da parte dell’uomo che, il un cliché purtroppo consumato in casi analoghi, cominciava a vantare pretese di controllo sulla donna: doppie chiavi, richieste di specificare quale fossero gli spostamenti della moglie.
Intemperanze continue non corroborate tuttavia da interventi urgenti dei carabinieri per richieste di soccorso, come spesso accade in casi simili. Ma un precedente, che risale a un mese a mezzo fa circa, c’è. Un campanello d’allarme messo nero su bianco da una denuncia da parte del figlio maggiore della coppia per violenza privata: il ragazzo aveva denunciato il padre per una serie di atteggiamenti ritenuti contrari alla legge. Così, fino ai fatti di ieri, quando la violenza sottobraccio si è palesata con un coltello da cucina.
«Era terrorizzata quando si è rivolta a me. Voleva chiudere velocemente la separazione, le avevo consigliato di lasciare la casa, come ha fatto. Ma non è bastato». Vincenzo Gerardi, 57 anni, ha confessato nella notte l’omicidio nel corso del lungo interrogatorio col pubblico ministero.
Accoltellamento a Samarate: donna di 55 anni uccisa dal marito nella sua auto
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