Il summit dell’ultradestra a Busto Arsizio preoccupa. E parte la mobilitazione: “Città contro l’odio”
Anche nel centrodestra moderato c'è una certa inquietudine. L'ex sindaco forzista: "Busto non deve essere associata a ideologie razziste". Intanto dalla sinistra al mondo cattolico si moltiplicano le realtà pronte a scendere in piazza chiedendo una risposta anche alle istituzioni

A Busto Arsizio si affaccia il “Remigration Summit” della destra più radicale d’Europa e nella città e sul territorio tra Varesotto e Alto Milanese c’è preoccupazione, ma anche l’intenzione di alcune forze di farsi sentire, anche scendendo in piazza. (foto dal sito CPI News)
«Busto Arsizio non può e non deve essere associata a ideologie razziste o identitarie. È essenziale ribadire l’impegno della città contro ogni forma di odio e prevenire qualsiasi criticità legata alla sicurezza». Parole che arrivano non da sinistra, ma dall’ex sindaco Gigi Farioli, già Forza Italia, oggi nella formazione centrista Popolo Riforme e Libertà.
Nel frattempo si moltiplicano anche gli appelli per una presa di posizione in piazza, per una manifestazione che renda visibile il dissenso, come è avvenuto anche in Germania, il Paese dove l’estrema destra di Alternative fur Deutschland ha introdotto il concetto di remigration. Dopo il Pd, anche Alleanza Verdi e Sinistra ha rilanciato l’idea di un presidio.
L’Anpi provinciale di Varese si sta muovendo per chiedere un intervento del Prefetto.
In parte si ripropone lo scenario visto nei mesi scorsi sia a Busto che a Varese, con l’adunata in piazza dell’estrema destra. Anche se qui c’è una dimensione pèiù ampia, internazionale, di alleanze su più Stati.
In Italia il termine remigrazione è stata rilanciata dalle diverse forze di estrema destra, come Casa Pound, che ne ha fatto uno slogan diffuso anche con i consueti blitz con striscioni. Ma non solo: la parola ha trovato eco anche nelle file della Lega, in particolare dalla Lega Giovani, che oggi sono l’ala più radicale del partito di destra nazionale che ha sostituito la Lega Nord federalista.
L’uso della parola a dire il vero è anche un po’ ambiguo: la Lega Giovani Lombardia l’ha usata per indicare le “semplici” espulsioni di persone condannate (previste dalla Legge) ma ad esempio la Lega Giovani di Como l’ha usata nel suo senso più proprio, l’espulsione generalizzata degli stranieri: in quel caso persino dalle file dei giovani di Fratelli d’Italia ha garbatamente preso le distanze.
Anche perché dietro la parola remigrazione c’è un insieme di forze più vicine alla Lega – anche come collocazione in Europa, nei “Patrioti d’Europa” – che al partito di Meloni. Un’alleanza, cresciuta intorno all’ideologo Martin Sellner, di forze che anche a livello internazionale sono spesso poco “digeribili” per i conservatori (anche nella vicina Svizzera).

Forse anche questo spiega la preoccupazione espressa pubblicamente anche dallo stesso sindaco Emanuele Antonelli, che pure è di Fratelli d’Italia e si trova la rogna di gestire un evento “internazionale” animato da forze radicali.
Al di fuori di Busto Arsizio, anche a Milano si sta costruendo una rete pronta a scendere in piazza il 17 maggio contro il Remigration Summit. Forze molto diverse, dall’Anpi alla Casa della Carità espressione del mondo cattolico solidale del capoluogo lombardo.
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