“Nuove parole, vecchi slogan d’odio”. In piazza a Gallarate la protesta contro il summit delle destre
In piazza i partiti di centrosinistra, le liste civiche, la sinistra movimentista, ma anche tanti singoli cittadini. «Quello che sta accadendo oggi a Gallarate è scandaloso e inaccettabile». Nel pomeriggio presidio a Busto

“Questa non è libertà di parola, è libertà di eversione costituzionale”. In piazza a Gallarate erano in duecentocinquanta, al presidio convocato in fretta e furia dopo la notizia che il summit d’estrema destra si sarebbe tenuto al Condominio, il teatro comunale prenotato alla fine di settimana scorsa.
In piazza i partiti di centrosinistra, le liste civiche, la sinistra movimentista, ma anche tanti singoli cittadini preoccupati. Anche alcune attività – negozi e locali – hanno chiuso per partecipare.
Il presidio è stato convocato dal Pd e ha visto gli interventi del consigliere regionale Astuti, del senatore Alfieri e della consigliera Anna Zambon che ha definito il raduno “un evento che rappresenta valori in cui noi non crediamo come razzismo, ideologie fasciste e discriminazione” e criticato la scelta dell’amministrazione di concedere uno spazio pubblico.
«Quello che sta accadendo oggi a Gallarate – ha detto Astuti – è scandaloso e inaccettabile. Il Remigration Summit non doveva nemmeno tenersi. È un evento che calpesta la memoria antifascista della Lombardia e della provincia di Varese, oltre al sacrificio di tanti italiani che hanno lottato per la libertà e la democrazia. Oggi quella memoria viene oltraggiata con la complicità di chi governa questa regione e il Paese».
«In Italia purtroppo sono troppi i partiti che strizzano l’occhio a questi movimenti – ha sottolineato il senatore Alessandro Alfieri. È una vergogna perché i principi della nostra Costituzione non si toccano».
«C’è oggi un convegno a Gallarate che sostiene l’idea che gli uomini non sono tutti uguali, che alcuni vanno discriminati in base alla loro pelle e alla loro provenienze» dice Giovanni Pignataro, capogruppo Pd.
Tanti manifestanti alzano cartelli contro l’estremismo, chiedono al sindaco se si riconosce nell’antifascismo.
In piazza c’è anche l’ex sindaco Nicola Mucci, di Forza Italia, dice che è “molto grave che sia stata concessa una struttura comunale per una manifestazione di questo tipo. Anche di sabato, creando problemi alle attività e famiglie”. La sua amministrazione ha riaperto quel teatro ottocentesco che oggi ospita gli estremisti e richiama anche questo aspetto, invita a “riflettere con grande attenzione su quello che questa città vuole rappresentare da un punto di vista della prospettiva aggregativa e democratica”.
È una voce dissonante con gran parte del centrodestra gallaratese che invece ha soprattutto posto l’accento sulla libertà d’espressione, in linea con il sindaco Cassani (con un distinguo da Forza Italia che, pur ribadendo la logica liberale, sottolineava il timore di messaggi d’odio).
Ferma invece la posizione espressa, curiosamente, dalla Lista Cassani, la civica nata proprio a sostegno del sindaco: “La nostra lista civica, da sempre radicata nei valori democratici, del rispetto e della convivenza civile, intende prendere posizione con fermezza contro ogni forma di sostegno, diretto o indiretto, a movimenti xenofobi, estremisti o che incitino all’odio e alla divisione” si legge nel comunicato della lista, postato da Antonio Antenore.
“Per questo, ci dissociamo da qualsiasi alleanza, endorsement o collaborazione con soggetti che promuovano messaggi contrari ai principi fondamentali della Costituzione e della civile convivenza”.
Il presidio è durato circa un’ora. Mentre a cento metri di distanza continuava il summit, durato fino alle 12.30.
Nel pomeriggio un terzo presidio (il primo era stato organizzato da cittadini e associazioni nella serata di ieri), si è svolto a Busto, con la presenza di Rete Antifascista del Varesotto e partecipazione della Cgil. Centocinquanta persone con una grande presenza di giovani.
Al teatro di Gallarate gli estremisti del summit. Piazza e vie blindate nel giorno del raduno
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