Affreschi, antiche monete e piatti etruschi. La Svizzera restituisce all’Italia 48 reperti importati illegalmente

Da tempo i due paesi collaborano nell'applicare la Convenzione Unesco per contrastare il trasferimento illecito dei beni culturali. Nella giornata del 19 giugno la Confederazione ha provveduto a una nuova restituzione di oggetti d'arte e storia

beni confiscati al confine svizzero restituiti all'italia

Il 19 giugno 2025 la direttrice dell’Ufficio federale della cultura (UFC) Carine Bachmann ha consegnato all’Ambasciatore d’Italia in Svizzera Gian Lorenzo Cornado 48 beni culturali italiani. La restituzione si iscrive nell’attuazione della legge del 23 giugno 2003 sul trasferimento internazionale dei beni culturali (LTBC). Fra gli oggetti restituiti, di diverse epoche, vi sono alcune monete in rame, argento e oro risalenti a un periodo che va dal II secolo d. C. all’epoca bizantina, un affresco romano, una statua bronzea di Ercole del II secolo d. C. e un piatto etrusco in ceramica decorata. Particolarmente degna di nota è una situla in bronzo con anse decorate di circa 2400 anni fa. Questo tipo di recipiente era molto diffuso nell’Antichità e il suo utilizzo come corredo funerario è attestato in Etruria e nell’Italia centro-meridionale fin dal periodo tardo-villanoviano.

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Alcuni degli oggetti restituiti sono stati sequestrati nel corso di procedimenti penali condotti nei Cantoni di Basilea Città, Ginevra, San Gallo, Zurigo, Ticino e Neuchâtel e consegnati alla Confederazione. Ne è stata disposta la confisca perché erano stati importati illegalmente in Svizzera o trasferiti illecitamente nell’ambito del commercio d’arte. La restituzione avviene in virtù della LTBC, che da oltre 20 anni è la base legale per l’attuazione in Svizzera della Convenzione UNESCO del 1970 concernente le misure da adottare per interdire e impedire l’illecita importazione, esportazione e trasferimento di proprietà dei beni culturali. Diversi oggetti erano in possesso di due privati che hanno scelto volontariamente di restituirli all’Italia. Nei casi di restituzione volontaria, come questi, l’UFC fa da mediatore tra i privati interessati e il Paese di origine dei beni culturali.

Il trasferimento illecito di beni culturali danneggia gravemente e spesso in modo irreversibile il patrimonio culturale di un Paese. Le aree ricche di beni culturali come l’Italia sono ancora oggi colpite dal fenomeno degli scavi illegali, che non comportano solo la perdita di oggetti archeologici, ma anche e soprattutto la distruzione del contesto archeologico indispensabile per comprendere la storia. Quanto avvenuto oggi sottolinea l’impegno comune della Svizzera e dell’Italia nell’applicare la Convenzione UNESCO e nel contrastare il trasferimento illecito di beni culturali. Una volontà ulteriormente sancita dall’accordo bilaterale sull’importazione e il rimpatrio dei beni culturali concluso dai due Paesi nel 2008.

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Pubblicato il 20 Giugno 2025
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