Il rap come uno spazio vivo e di incontro: Fabio Kaso e i suoi laboratori hip-hop
Un pomeriggio di rime, basi e spirito di crew: il 21 giugno Kaso porta a Sesto Calende il suo laboratorio Rime&Beats: un’occasione per ragazzi e curiosi di vivere il rap da vicino, tra passione, condivisione e un pizzico di storia. Kaso sarà a Materia venerdì 27 giugno

Per Fabio Kaso la cultura hip-hop non si impara nelle accademie, non si scala per graduatorie, non segue una trafila precisa. Si vive. Ma per viverla davvero, ci vogliono luoghi e occasioni come le jam, le crew, le stanze con le casse accese dove ci si chiude per scrivere, provare, sbagliare e rifare.
È questo spirito lo con cui sabato 21 giugno, alle 14:30, il “mentore” del rap varesino (menzionato anche da Massimo Pericolo) condurrà nella sala “Cesare Da Sesto” di Sesto Calende un laboratorio gratuito di scrittura e produzione rap nell’ambito della Festa della Musica, primo appuntamento del festival Sesto Riverside.
L’appuntamento – che precede il concerto di Lucio Fabbri – è il Rime&Beats, ovvero il format portato da Kaso in tutta la provincia e in diversi contesti sociali come una sorta di sessione in studio dal vivo, più che una lezione ex cathedra. I ragazzi si ritrovano come una crew a lavorare insieme e insieme creano, avvicinandosi al rap anche senza aver per forza un qualche tipo d’esperienza.
«Lo spirito da crew che si riunisce è l‘attitudine più divertente per i ragazzi – commenta rispondendo alla domanda su come il suo laboratorio si inserisca in quello che è oggi lo stato del rap, il genere più di tutti do it yourself -. Oggi molti ragazzi che hanno voglia di iniziare prendono le basi online, fatte all’estero, le pagano, poi scrivono e caricano tutto sul web e sulle piattaforme ma spesso quando si parte da zero il riscontro è basso e si molla subito il colpo. Tutto rimane lì in sospeso. A questo approccio mancano dei momenti fisici e d’aggregazione, dove è possibile conoscere persone con la stessa passione, jammare e farsi le ossa. Il contenuto del mio format è sempre lo stesso, ma con persone diverse si crea sempre qualcosa di nuovo. Chi poi prosegue, lo fa con le proprie ali. Ma quel momento condiviso resta. E a volte fa scattare qualcosa».
«I tuoi laboratori ti hanno davvero dato lo status di mentore? – gli chiediamo -. Aver dato spazio ai ragazzi nel corso degli anni è un qualcosa che mi viene riconosciuto, anche per averlo fatto in contesti informali e sociali particolari. L’anno scorso, proprio in occasione della festa della musica, ho portato il laboratorio in carcere. Ho davvero un bel ricordo, tutti si sono divertiti tutti molto: quel giorno era appena arrivato un detenuto dal carcere di Modena. Improvvisò due pezzi e si presentò così a delle persone che non conosceva».
Quella di Kaso è una storia iniziata negli anni Novanta a Varese, città diventa un centro d’approdo per molti artisti, «venivano da Milano o da Bologna, oggi sembra quasi un paradosso». Gli OTR, storica formazione varesina, sono stati infatti un riferimento e una spinta, anche generazionale: «Uno spirito guida ci vuole sempre. Loro erano più grandi di 4 o 5 anni, la loro crew era molto grande, collezionava tanti dischi ma non erano “lontani”: nella Sede c’era condivisione, c’era uno spirito da crew. Quando si parla di grandi nomi che hanno fatto successo in realtà alle spalle quasi c’è sempre una crew e quello spirito lì».
Nel 1999, insieme a Maxi B, forma il duo Kaso & Maxi B, che pubblica Preso Giallo e Tangram, due dischi che hanno lasciato il segno nel rap italiano e che hanno visto la partecipazione di Tormento, Fabri Fibra, Nesli e lo stesso Esa degli OTR. In parallelo, Kaso ha collaborato con Bassi Maestro, i Crookers, Goedi e Medda (Microspasmi), e ha suonato nei funky Hotelpry, alternando rap e tastiere. Ma più ancora delle pubblicazioni discografiche, è il suo ruolo nella scena a contare.
Il primo laboratorio di Kaso risale invece al 2007, al CFM di Barasso. Una scuola di musica aperta e fluida, la descrive: «Il fatto che non fosse un’accademia per me è stato qualcosa di fondamentale. La possibilità di accedervi e entrare in contatto in modo libero, anche al di fuori delle semplici lezioni, ha creato le condizioni per dare vita a una piccola comunità». Da lì, ha portato il rap in ogni luogo possibile: nei centri giovani, nei corsi serali, nelle carceri. E ora a Materia, dove ha già partecipato come ospite al laboratorio hip-hop condotto da Giostra, dove torna per raccontare nella serata di venerdì 27 giugno con l’incontro Provincia inferno?” insieme a Giostra, Teoz, Solo e DJ Ras Tony: un talk-live dedicato al rap varesotto, tra passato, presente e futuro.
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