La tragedia di Angera, un legame eterno e la paura di perdere l’amata compagna
La comunità di Cuasso al Monte è sconvolta dal gesto di Giuseppe Rizzotti, 91 anni, che ha ucciso in ospedale la moglie Anna Castoldi e si è tolto la vita. Indagini per capire la provenienza dell'arma, disposte le autopsie

Un legame affettivo strettissimo, l’amore di una vita e la paura di perderlo per sempre, forse anche l’incubo di gravare sulla famiglia. Non è stata una scelta legata alla sensazione di un abbandono familiare, quella che ha portato Giuseppe Rizzotti 91 anni a uccidere la moglie in ospedale, Anna Castoldi, di 86.
Rizzotti dopo il ricovero della moglie, ai primi del mese, era parso ai vicini di casa (inteso in senso lato e non letterale, cioè in relazione alla comunità di persone che lo conoscevano nda) molto provato. Un uomo di 91 anni dal fisico sportivo e che ne dimostrava venti di meno; si era però spento, pareva aver perso gran parte dello smalto che lo contraddistingueva. Dunque, l’idea di una dimissione anche vicina della moglie in condizioni di salute piuttosto gravi, suonava per lui come uno scoglio insormontabile.
La vicenda ha colpito profondamente la comunità locale, e la sindaca di Cuasso al Monte, Loredana Bonora, è ancora sotto shock. “Domani, mercoledì, parlerò agli anziani del paese. Li voglio incontrare nel centro diurno, voglio ribadire loro che esiste sempre una via d’uscita da situazioni che possono anche sembrare difficili”, spiega la sindaca.
Nel frattempo le indagini di reparto operativo e compagnia di Gallarate proseguono, in particolare sull’arma che non era regolarmente detenuta dal Rizzotti: da dove proveniva? A quanto pare non sarebbe una pistola in uso alla “mala” violenta in quanto non aveva matricola abrasa come conferma la Procura che spiega perché l’arma non appare nella banca dati: è stata costruita prima del 1950 e quindi non risulta censita.
Si tratta di una calibro 22 automatica di marca Beretta tutt’altro che appariscente, ma letale, che l’uomo ha portato con sé lunedì mattina all’ospedale. Rizzotti non ha però mai avuto il porto d’armi e quindi resta il dubbio di come si sia procurato la pistola e i 23 proiettili che deteneva a casa. Infine è stato confermato che sui corpi verrà eseguita l’autopsia: l’incarico è stato affidato alla dottoressa Chiara Rossetti.
Un mazzo di fiori e due colpi di pistola: così si è consumata la tragedia all’ospedale di Angera
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