Oxford Residence Week, intervista ad Alessia Pisoni: “Così abbiamo portato a Varese un appuntamento internazionale sull’innovazione”
Villa Toeplitz ha accolto studiosi da tutto il mondo nella settimana di lavori promossa dal Dipartimento di eccellenza di Economia dell’Università dell’Insubria

Per la prima volta l’Oxford Residence Week for Entrepreneurship Scholars, uno degli appuntamenti più importanti a livello mondiale nei campi dell’imprenditorialità e dell’innovazione, ha lasciato la sua sede storica di Oxford per approdare a Varese, ospitata dal Dipartimento di eccellenza di Economia dell’Università dell’Insubria nella sede di Villa Toeplitz.
A organizzare l’edizione italiana è stata Alessia Pisoni, docente di Economia e gestione delle imprese, che ha curato la direzione scientifica dell’evento accanto a colleghi di rilievo internazionale, con il plauso della rettrice Maria Pierro, che è stata presente in diversi momenti della settimana e ha definito l’iniziativa «un’opportunità di grande valore per l’Ateneo e per tutto il territorio».
Professoressa Pisoni, com’è nata l’idea di portare a Varese un evento così prestigioso?
«È un progetto a cui lavoravo da tempo e che ho potuto realizzare grazie alla collaborazione di colleghi di altissimo profilo come Saul Estrin della London School of Economics, Janet Bercovitz e Maryann Feldmann. La Residence Week ha un format molto particolare, che punta su un confronto informale e continuo tra studiosi di imprenditorialità e innovazione. Portarlo per la prima volta fuori da Oxford, e farlo proprio a Varese, è stato per me motivo di grande orgoglio. Siamo riusciti a creare un’atmosfera di lavoro intensa ma al tempo stesso distesa, molto apprezzata da tutti i partecipanti».
Quali sono stati i temi più discussi durante la settimana?
«Durante i lavori scientifici, ampio spazio è stato dedicato anche alla riflessione sul ruolo dei territori nei processi di innovazione. È emersa con forza l’urgenza di contrastare la crescente concentrazione della nuova imprenditorialità in pochi grandi poli globali, spesso fuori dall’Europa continentale. Gli esperti hanno evidenziato come questo squilibrio rischi di alimentare nuove disuguaglianze, penalizzando ampie aree che faticano ad attrarre competenze e investimenti. Per affrontare la sfida, secondo i relatori, sarà sempre più necessario puntare sulla specializzazione e sulla connessione tra ecosistemi locali e reti internazionali dell’innovazione».
Qual è il valore di un’iniziativa come questa per l’Università dell’Insubria e per il territorio?
«È un’occasione che porta benefici a più livelli. Per l’Università dell’Insubria è un riconoscimento della qualità della ricerca che si fa qui. Per il territorio è un’opportunità di visibilità e di apertura internazionale. Il gruppo della Residence Week ha incontrato anche il sindaco di Varese Davide Galimberti e la vicesindaca Ivana Perusin e ha visitato il centro della città. E poi è stato molto significativo il coinvolgimento dei nostri giovani ricercatori: hanno potuto confrontarsi con studiosi di fama mondiale, in un ambiente favorevole allo scambio e alla crescita. È proprio questo lo spirito della Residence Week: generare nuove idee, aprire connessioni, far nascere collaborazioni».
La scelta di Villa Toeplitz come sede dell’evento si è rivelata vincente: è stata un valore aggiunto?
«Assolutamente sì. Villa Toeplitz ha offerto non solo uno spazio elegante e funzionale, ma anche un contesto capace di ispirare. La sua dimensione raccolta e immersa nel verde ha favorito un clima di lavoro molto produttivo, ma al tempo stesso rilassato. La combinazione tra bellezza del luogo e qualità delle relazioni umane ha contribuito in modo determinante al successo dell’evento. In tanti ce lo hanno detto, anche colleghi abituati a contesti internazionali molto strutturati: qui hanno trovato l’ambiente ideale per confrontarsi e generare nuove idee».
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