Riccardo Bossi condannato a Varese a un anno e 4 mesi per maltrattamenti verso la madre
Lo ha deciso il giudice monocratico di Varese al termine del processo in primo grado. Il difensore “Ricorreremo in appello”

Ennesima tegola giudiziaria per Riccardo Bossi, condannato dal tribunale di Varese a un anno e 4 mesi per il reato di maltrattamenti in famiglia dove la parte offesa è la madre, prima moglie di Umberto Bossi.
La donna aveva perdonato il figlio nel corso delle ultime udienze di fronte al giudice, ritirando la querela per lesioni ma lasciando in piedi comunque il processo per il più grave reato di maltrattamenti in famiglia, procedibile d’ufficio.
Sui fatti contestati la Procura (pm Antonia Rombola) aveva chiesto la condanna a un anno e 4 mesi considerando le attenuanti generiche, citando nella sua requisitoria anche alcuni episodi fra quelli contestati avvenuti dopo che Riccardo Bossi rimasto senza casa aveva trovato riparo nell’abitazione della madre, nel 2016: «Bisticci, litigi, un ferro da stiro strappato di mano alla donna e gettato a terra, la lettiera del gatto sparsa nel letto della parente».
Il difensore avvocato Federico Magnante nella sua arringa ha richiesto la qualificazione dei fatti contestati che non erano da ascriversi ai maltrattamenti in famiglia ma a semplici minacce anche in considerazione di un lasso temporale inferiore rispetto a quello contestato nel capo di imputazione.
Secondo il legale infatti i fatti contestati riguarderebbero un periodo del 2016 mentre il capo di imputazione parlava genericamente difatti ascrivibili al periodo tra il 2015 al 2017. Dopo la lettura della sentenza da parte della giudice Rossana Basile, che ha concesso le attenuanti generiche disponendo per l’imputato il pagamento delle spese processuali, il difensore di Riccardo Bossi (innocente fino a prova contraria) ha annunciato di voler ricorrere in appello. Le motivazioni verranno depositate in 90 giorni.
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