Il vetro italiano conquista l’Europa: occupazione in crescita e primato produttivo
L’Italia supera la Germania e diventa il primo Paese europeo per produzione di vetro. Un traguardo che arriva in un anno complicato, segnato dal peso dei costi energetici e da un contesto internazionale turbolento

L’Italia supera la Germania e diventa il primo Paese europeo per produzione di vetro. Un traguardo che arriva in un anno complicato, segnato dal peso dei costi energetici e da un contesto internazionale turbolento, ma che conferma la tenuta e la forza di una delle filiere industriali più trasversali del Paese.
A Baveno l’assemblea di Assovetro: più occupazione e capacità produttiva
È questo il messaggio emerso dall’assemblea annuale di Assovetro, l’associazione delle industrie del vetro aderente a Confindustria, che si è tenuta a Baveno il 4 luglio. I dati raccontano di una crescita dell’occupazione (+3,2%) con oltre 16.500 addetti diretti, una rete di 111 stabilimenti e un valore aggiunto di 3,2 miliardi di euro.
«Il valore della nostra industria non è solo economico e sociale – ha sottolineato Marco Ravasi, presidente di Assovetro – ma è rappresentato anche dal nostro supporto al Made in Italy. I vetri italiani vestono i prodotti alimentari, i vini, le birre, sono sui parabrezza delle auto e nell’architettura moderna».
L’energia resta il nodo critico
Nonostante l’incremento di capacità produttiva, il 2024 ha visto un calo della produzione: -8% per il vetro piano, -3,4% per quello cavo e -10,6% nei filati. Il principale ostacolo resta il costo dell’energia, soprattutto dell’elettricità, che in Italia ha raggiunto i 109 euro a MWh, ben più dei 78 euro della Germania o dei 58 della Francia. Nella produzione del vetro, l’elettricità incide oggi per il 20% dei costi, di cui solo l’11% è coperto da fonti rinnovabili.
Un primo spiraglio arriva però dal via libera dell’Unione Europea all’“energy release”, che permetterà alle industrie energivore di accedere a tariffe più competitive.
Export stabile, bilancia commerciale positiva
Sul piano commerciale, l’interscambio con i Paesi UE è rimasto stabile, con Francia, Germania e Spagna tra i principali partner. Il saldo commerciale del settore è salito a 75 milioni di euro, raddoppiando rispetto al 2023.
Anche se le esportazioni hanno registrato una lieve flessione (-3%), l’import è cresciuto dell’1,3%, segno di una domanda ancora dinamica e di una buona tenuta del comparto nel suo complesso.
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