A Varese una giornata alla scoperta del Molina: in tanti all’open day per i 150 anni della Fondazione
Visite guidate, attività per le famiglie, laboratori e tanta partecipazione: sabato 21 settembre la Fondazione Molina ha aperto le sue porte ai cittadini in occasione dell’open day per celebrare i suoi 150 anni di attività al fianco dei più fragili
«Buongiorno, benvenuti nella “Casa del Molina”». È un tour «emozionale», «che vogliamo far vivere a tutti quelli che sanno che il Molina è in viale Borri 133. Ma non tutti sanno che questa è una casa vera e propria, una città che vive». Il direttore di Fondazione Molina Carlo Nicora è raggiante in un sabato mattina che gli tiene bordone con una giornata in effetti solare, calda, che sembra fatta apposta per festeggiare i 150 anni della storica struttura di assistenza che per i suoi vertici è molto di più. Difatti «abbiamo deciso di fare questa manifestazione perché come nuovi vertici dell’istituzione sia corretto far arrivare un messaggio alla città: tanti non sanno cosa avviene ogni giorno qui dentro. Credo che questo sia il modo migliore per farlo», ricorda il presidente Michele Graglia.
E dunque già dalla prima mattina di sabato sono state numerose le visite dei cittadini che hanno voluto scoprire cosa si nasconde dietro i cancelli della Fondazione.
Una Fondazione da scoprire
Insomma una giornata di condivisione, racconto e accoglienza quella vissuta sabato 21 settembre alla Fondazione Molina di Varese, che ha celebrato i suoi 150 anni con un open day molto partecipato da cittadini, famiglie e operatori del settore. Un’occasione speciale per esplorare da vicino la struttura e conoscere i tanti servizi offerti, tra assistenza, cura e innovazione, con l’obiettivo di mettere sempre al centro la qualità della vita degli ospiti.
Fondata nel 1875, la Rsa Molina è da un secolo e mezzo un punto di riferimento nella rete dei servizi sociosanitari varesini. Durante l’open day, gli ospiti sono stati accompagnati in un tour guidato attraverso i diversi spazi e nuclei della Fondazione, con l’obiettivo di mostrare concretamente come il Molina sia oggi una vera e propria “cittadella della cura”.
Il percorso tra cura, memoria e futuro
Il tour si è aperto nel cuore della struttura, al Belvedere, uno spazio verde riqualificato nel 2010, simbolo di apertura e incontro tra ospiti, famiglie e operatori. Da lì, i visitatori hanno potuto scoprire Casa Caravati, con i suoi 106 posti letto di Rsa e i nuclei ad alta intensità assistenziale, e la Cappella San Pio X, recentemente restaurata.
Un passaggio emozionante ha riguardato l’«Albero delle donazioni», che raccoglie i nomi dei benefattori storici della Fondazione, e la targa dedicata a Gianni Prevosti, imprenditore varesino che ha sostenuto la Casa del Sollievo. Proprio qui, nel nucleo palliativo inaugurato nel 2023, si sviluppa uno dei progetti più avanzati della struttura, grazie anche alla collaborazione con l’associazione “Varese con Te”.
Attività, inclusione e stimoli per tutti
Durante la visita, grande attenzione è stata dedicata anche agli spazi dedicati al benessere e alla stimolazione degli ospiti: dall’area parrucchieri alla sala multimediale, dalle attività artistiche curate dagli educatori fino alla stanza Snoezelen per la stimolazione multisensoriale. È stato possibile conoscere anche il lavoro dei gruppi di sostegno per i familiari, come il gruppo parenti settimanale, e le attività di fisioterapia diffuse in tutta la struttura.
Tanti gli spunti anche nella visita al Centro Diurno Integrato, che accoglie persone con Alzheimer o decadimento cognitivo, e nel giardino “Il Verde Ricordo”, uno spazio rigenerante e terapeutico realizzato con il supporto dell’azienda Fito Consult.
Un luogo che vive con il territorio
La giornata è stata anche un’occasione per mostrare le molte connessioni tra il Molina e il territorio: dalla collaborazione con Legambiente e la Cooperativa Azzurra (che gestisce l’asilo nido interno), alle attività con le famiglie, fino ai servizi domiciliari e di “Rsa aperta” che portano l’assistenza direttamente nelle case.
Attraverso il tunnel sotterraneo, i visitatori hanno esplorato il seminterrato della Casa Perelli, scoprendo i nuclei Alzheimer, la mensa per famiglie, le attività di musicoterapia e arteterapia, gli ambulatori specialistici e la lavanderia interna. In ogni tappa, non sono mancati numeri e curiosità: come i 31.980 capi riconsegnati in un mese dalla lavanderia, o i circa 1000 pasti preparati ogni giorno dalla cucina interna.
Un patrimonio umano al centro
Il vero cuore pulsante del Molina, però, resta il suo capitale umano: 22 medici, 93 infermieri, 17 fisioterapisti, 279 operatori ASA/OSS, oltre a psicologi, assistenti sociali, tecnici e 75 volontari. Una rete che lavora ogni giorno per garantire presenza, ascolto e qualità di vita agli ospiti della struttura.
Il percorso si è concluso nel teatro della Fondazione, sede di eventi e spettacoli, dove i visitatori hanno ricevuto un piccolo omaggio simbolico. Un gesto semplice per dire grazie, ma anche per ribadire l’anima di questa istituzione: cura, attenzione e relazione.
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