Doposcuola a rischio alle medie di Azzate: solo 5 iscritti su 12 necessari. Convocata la gestione associata
Il servizio per le medie potrebbe non partire. L'assessore Cuda: "Costi troppo alti con così pochi iscritti". I ragazzi che hanno aderito sono tutti di Azzate ma la scuola serve ben sette comuni limitrofi
Solo cinque iscrizioni al doposcuola delle medie di Azzate e il servizio rischia di non partire. La questione è stata affrontata martedì 23 settembre in consiglio comunale durante il dibattito sul DUPS (Documento Unico di Programmazione Semplificato).
È stato la consigliera Simone Barbarito a sollevare la questione, chiedendo se davvero un servizio così importante per le famiglie rischiasse di non partire
La risposta è arrivata dall’assessore Saverio Cuda: «Per far partire il doposcuola era richiesta l’iscrizione di 12 alunni, ma ne sono arrivate solo cinque, tutte da Azzate. A queste condizioni il servizio non può partire: i costi sarebbero troppo elevati. Il sindaco si è fatto parte diligente chiedendo alla gestione associata un incontro per discutere la questione. Non riteniamo chiuso il discorso e ci rimettiamo alla decisione dell’assemblea di tutti i sindaci».
Il fatto che si siano iscritti solo 5 ragazzi, tutti di Azzate, fa pensare a un possibile “difetto di comunicazione”. I comuni che fanno parte della gestione associata e che si appoggiano alla scuola secondaria di primo grado “Leonardo Da Vinci” di Azzate sono infatti sette: oltre ad Azzate, Bodio Lomnago, Brunello, Crosio della Valle, Daverio, Galliate Lombardo, Cazzago Brabbia e Inarzo.
La cooperativa a cui è stato affidato il servizio è Educational Team, nuova rispetto a quella del passato, e le aspettative erano elevate.
Il sindaco Raffaele Simone ha spiegato che qualche giorno fa erano stati sollecitati tutti i sindaci della gestione associata, ma nessuna nuova iscrizione si è aggiunta: «Il 7 ottobre avremo un incontro con gli altri sindaci e cercheremo di instaurare un serio confronto con i comuni vicini. Ci terremmo molto a far partire il servizio».
La consigliera di minoranza Paola Bersaglia ha sollevato una questione più ampia, puntando il dito sulla progressiva perdita di iscrizioni: «Il Comune dovrebbe impegnarsi non solo per salvaguardare il servizio doposcuola, ma soprattutto per evitare che gli alunni vadano altrove. Il vero confronto va fatto con i comuni limitrofi per rivitalizzare la scuola media di Azzate. Si tratta di un declino che dura da anni e coinvolge diversi servizi».
Il vicesindaco Giacomo Tamborini ha replicato sottolineando gli sforzi già messi in campo dall’amministrazione: «Come spiegato dall’assessore Cuda, il doposcuola non è potuto partire per mancanza di iscritti. Abbiamo comunque prolungato i termini di iscrizione fino all’ultimo momento, in accordo con gli uffici. E come già anticipato, il sindaco ha convocato l’assemblea della gestione associata proprio perché riconosciamo l’importanza di questo servizio, pur non avendo raggiunto la soglia minima dei 12 iscritti».
«A parte il calo demografico che ha colpito tutte le scuole della provincia – ha continuato il vicesindaco – credo che ogni consigliere comunale di Azzate, di maggioranza o di minoranza, debba lavorare per valorizzare la scuola di Azzate. Grazie all’attività dell’assessore Triveri, dell’ufficio tecnico e di tutta la gestione associata, la scuola di Azzate sta diventando un edificio moderno e funzionale dopo una serie di problematiche che ne avevano compromesso la reputazione».
Tamborini ha inoltre sottolineato che «la scuola di Azzate collabora con la biblioteca e l’ufficio cultura. I servizi parascolastici – doposcuola, mensa, trasporto – vengono erogati dal Comune e dalla gestione associata. Si è fatta una seria valutazione sul trasporto per incentivare quello verso la scuola primaria».
«Ritengo che ogni consigliere debba lavorare attivamente per sostenere la scuola, visto che è un polo importante che copre dai 6 mesi ai 13 anni, visto che comprende anche un asilo», ha concluso il vicesindaco.
Ora la parola passa ai sindaci della gestione associata. Resta da capire come sia possibile che in un bacino di utenza di circa 150 famiglie distribuite su otto comuni, appena cinque abbiano ritenuto necessario il servizio doposcuola.
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