La protesta contro le forniture a Israele allo stabilimento Leonardo di Cascina Costa
Nella mattinata di lunedì 22 settembre la manifestazione a Samarate, presso la sede dell’azienda dell’aerospazio contestata per i progetti industriali che coinvolgono anche Israele
Nel giorno dello sciopero generale per Gaza e la Palestina, si protesta anche a Cascina Costa di Samarate, sede dello stabilimento elicotteri di Leonardo, l’azienda dell’aerospazio contestata per i progetti industriali che coinvolgono anche Israele.
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“Di fatto se uno Stato vende armi a uno Stato terrorista che massacra la popolazione civile con l’intenzione di cancellarla, di fatto è responsabile” ha esordito Angelo Renna, del Comitato antifascista di Busto Arsizio, promotore della protesta a cui hanno aderito anche Rifondazione Comunista, collettivi di studenti e altre sigle.
Un centinaio le presenze al presidio, iniziato alle 9 del mattino e poi rafforzatosi in seguito. Striscioni contro “Leonardo complice di genocidio” e cori “Free Palestine”. Gli studenti hanno ricordato il peso dell’industria militare mondiale nel conflitto, attraverso la partecipazione a progetti come il caccia F-35, la vendita di tecnologie sperimentate sui palestinesi e da ultimo anche l’acquisto di velivoli Leonardo (caccia addestratori per l’aviazione).
Il presidio è stato guardato a distanza da schieramento di polizia e carabinieri, mentre sono stati gli stessi manifestanti a gestire gli spazi per lasciare transitabile l’unica strada che conduce al piccolo centro di Cascina Costa e all’ingresso della fabbrica Leonardo. Ci sono anche attivisti protagonisti delle mobilitazioni degli anni Novanta, quando era forte la spinta “per riconvertire la produzione bellica in produzione civile”.
“La storia non si impara solo sui banchi ma anche nella vita vera, per questo abbiamo saltato le lezioni oggi per essere qui” hanno aggiunto gli studenti. “Come cittadini italiani lo facciamo sulla base dell’articolo 11 della Costituzione, di fronte alla guerra, alla distruzione e alla carestia non possiamo restare a guardare”. Citando poi la sindaca di Genova Silvia Salis: “I patrioti sono quelli che si muovono solidali, perché non c’è differenza tra i figli nostri e i figli degli altri”.
Qualche momento di tensione con le forze di polizia
Intorno alle 11 partecipanti si sono raggruppati chiedendo di avanzare fino all’ingresso dello stabilimento, ci sono stati poi alcuni momenti di tensione con il presidio di polizia sfociato anche in spintoni e lancio di fumogeni. Altri manifestanti hanno poi contribuito a cercare di contenere le azioni di protesta più agitate.
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