Un patto con i candidati delle regionali: “Facciamo di Varese un laboratorio per un sistema sanitario migliore”

Il Comitato Varese in Salute ha individuato 4 punti strategici per migliorare efficacemente la presa in carico. Un manifesto che dovrà essere realizzato superando le carenze e i limiti dell'attuale offerta

comitato varese in salute

« Vogliamo che Varese diventi un laboratorio per migliorare la sanità e l’assistenza ai cittadini». Guido Bonoldi, consigliere del Comune di Varese a cui il sindaco Davide Galimberti ha affidato il tema della sanità costituendo il Comitato Varese in Salute, ha presentato una serie di richieste da sottoporre ai candidati alle prossime elezioni regionali. « Sono 4 punti programmatici su cui chiediamo condivisione. Temi importanti per avviare un vero cambiamento dell’attuale organizzazione».

Guido Bonoldi ha al suo fianco il dottor Giulio Minoja, ex primario di rianimanzione all’ospedale di Varese, e il medico Filippo Bianchetti oltre all’assessore ai servizi sociali Roberto Molinari e al sindaco Galimberti che spiega l’importanza dell’iniziativa: «Il gruppo della sanità è molto attivo e sta lavorando con efficacia per individuare gli elementi centrali dell’assistenza sanitaria – commenta Galimberti – Il documento che verrà sottoposto ai candidati contiene una visione strategica innovativa che coinvolge una comunità che va oltre i cittadini di Varese».

Le proposte presentate sono:

Ospedale di Comunità a Varese: Gli ospedali di comunità rappresentano servizi sanitari di ricovero destinati a pazienti provenienti dal domicilio, che necessitano di assistenza a media-bassa intensità per degenze di breve durata e saranno dotati di un numero di letti tra 20 e 40. Sul territorio della ASST Sette Laghi è programmata la realizzazione di due ospedali di comunità, uno a Luino e l’altro a Cuasso al Monte. Chiediamo che si prenda in considerazione la realizzazione, in aggiunta ai due previsti o in alternativa a quello di Cuasso al Monte, di un ospedale di comunità ubicato a Varese, in modo da facilitare il coinvolgimento dei medici di medicina generale e da contribuire più efficacemente a decongestionare il pronto soccorso del nostro ospedale, riducendo così il numero di pazienti anziani che vi stazionano in attesa di ricovero.

Casa di Comunità diffusa: a Varese è in corso l’implementazione della casa di comunità di Via Monte Rosa, che dovrà avere le prerogative di una casa di comunità hub, tra le quali quindi la presenza di un servizio medico h 24, che ci auguriamo possa disporre anche di apparecchiature per indagini diagnostiche di primo livello, come sistema point of care per esami ematochimici, ecografo ed apparecchio radiologico. Non è invece prevista per il momento la realizzazione di una casa di comunità spoke in città. A tale riguardo la nostra proposta è quella di realizzare una sorta di casa di comunità spoke diffusa, che metta in rete la sede hub con gli studi dei medici di medicina generale, in particolare puntando sul ruolo degli infermieri di famiglia e comunità, che saranno figure professionali importanti sia per la casa di comunità che per il sistema delle cure primarie. Un discorso analogo potrebbe essere fatto anche per l’integrazione tra casa di comunità e farmacie dei servizi. Il nostro obiettivo è che la città di Varese si ponga all’avanguardia nella implementazione di modelli di integrazione che mettano in rete i servizi di cure primarie e la rete delle farmacie presenti sul nostro territorio con la casa di comunità.

Centro Antifumo: il fumo è una causa importante di morbidità e mortalità; per coloro che desiderano smettere di fumare la possibilità di rivolgersi ad un centro di disassuefazione al fumo è fondamentale. Nella nostra città non esiste un tale servizio: proponiamo quindi che venga istituito un centro antifumo a Varese.

L’ambulatorio Sanità di Frontiera all’interno della casa di comunità: l’associazione di volontariato Sanità di Frontiera, attiva a Varese del 2009, gestisce un ambulatorio dove fornisce prestazioni sanitarie gratuite per immigrati privi del permesso di soggiorno e cittadini senza fissa dimora, con il riconoscimento di ATS. L’associazione si avvale dell’opera di una cinquantina di volontari, tra cui medici, infermieri e psicologi. L’ambulatorio si prende carico, in forma sia continuativa che occasionale, di una utenza di circa 400 persone all’anno. La sede attuale non risponde appieno alle esigenze del servizio che deve essere fornito, che avrebbe bisogno di ulteriori spazi. Chiediamo quindi che l’ambulatorio possa trovare un suo spazio all’interno della casa di comunità di via Monterosa.

Le richieste mirano a creare un’offerta territoriale in grado davvero di intercettare il bisogno e dare risposte utili soprattutto a evitare il ricorso al pronto soccorso e all’0ospedale.

Proposte che si scontrano, però, con una realtà che deve fare i conti sia con le carenze di personale sia medico sia infermieristico sia di tipo organizzativo perchè, al momento, i medici di medicina generale lavorano spesso in autonomia, sommersi da una carico di burocrazia preponderante: « Chi aderirà alle nostre richieste dovrà perseguire efficacemente l’obiettivo di realizzare a Varese questo laboratorio sperimentale e noi monitoreremo la situazione » assicurano sia il sindaco Galimberti sia il consigliere Bonoldi. Sull’ospedale di comunità l’idea è quella di aprire nel sedime dell’ospedale di Circolo un reparto di assistenza a bassa intensità per facilitare soprattutto i medici di medicina generale che potranno inviare i propri pazienti direttamente dal domicilio collaborando nella cura. L’idea è quella di ottenere un terzo ospedale di comunità o, in alternativa, spostare in città l’attuale progetto che si sviluppa a Cuasso.

Per l’ambulatorio di Sanità di Frontiera, il dottor Bianchetti, storico volontario dell’offerta sanitaria indirizzata a stranieri irregolari e senza permesso di soggiorno, è quella di inserire il servizio all’interno della casa di comunità di Viale Monte Rosa: « Portare il servizio all’interno di una realtà istituzionalizzata – spiega Bianchetti – vorrebbe dire dare un segnale forte di presa in carico e di attenzione a questa popolazione, un servizio che miri soprattutto alla prevenzione e alla salute così da evitare patologie acute che finiscono in ospedale».

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Pubblicato il 28 Gennaio 2023
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  1. Avatar
    Scritto da NucciaSiluri

    Buongiorno
    da tempo sento parlare di questo progetto. Ben venga !Ammiro e rispetto i personaggi del team con particolare riguardo al dr. Filippo Bianchetti “missionario” nel campo medico/sociale
    Esigenza oltremodo importante per chi, smarrito, deve affrontare un PS congestionato e un personale sanitario sotto pressione .
    Buon lavoro e in bocca al lupo
    Ester Siluri

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