La comunicazione del niente via etere e aerea
27 Settembre 2014
Caro Direttore,
ho trovato un alleato prezioso…il signor Ficarelli che vedo che condivide con me la pena di subirsi i viaggi immersi nella conversazione urlata dei cafoni smartphone-dotati.
E’ vero, non bastava 1h e 40 giornaliere di convivenza forzata con queste persone su fantastici trenini TreNord. Pensate ad un volo transcontinentale da Milano a New York. A mio avviso o avete una resistenza mentale più che ferrea o rischiate di dirottare il volo.
Fortunatamente per il lavoro che faccio non prendo spesso l’aereo anche se mi capita di fare qualche trasferta lontano.
Il problema è che le compagnie aeree non sanno più che inventarsi per racimolare i soldi. La guerra al ribasso ha ribassato anche la qualità del viaggio. Hanno sdoganato il telefono in aereo per potersi venderci sopra servizi e fare cassa. Viene quasi da pensare che l’obbligo di spegnere i dispositivi elettronici durante il volo fosse quasi una presa per i fondelli.
Una volta prendere l’aereo per me era una parte fondamentale del viaggio, l’aspettativa e l’eccitazione nel sorvolare le Alpi e la Groenlandia davano quella sensazioni di far parte di una avventura, di una esperienza unica.
Ora lo dovremmo fare a fianco ad uno/una che non sa fare altro che blaterare tutto il viaggio.
Il concetto di “isola felice” era scomparso anni fa quando sdoganarono la copertura GSM sotto la metropolitana. Prima riuscivo a leggermi un libro e a studiare in metropolitana. ora non più.
Il problema non è il telefonino in sé ma il suo utilizzo che è anormale. Lavorando a Milano ne vedo di tutti i colori. Gli Zombie, come gli chiamo io, che incespicano nella camminata, rallentano, si girano, sempre a testa china sul loro idolo di plastica.
Chissà cosa avranno di importante da leggere o dire vi chiederete…niente….scorrono infinite liste di post su Facebook, foto di gattini e in qualche modo soddisfano il loro innato voyerismo che, grazie agli smartphone, si è elevato a vera e propria religione del niente.
Questa gente è malata, poverina, ma non è mica colpa loro, ci sono cascati in pieno. Hanno abboccato al marketing virale credendo che quell’oggetto fosse essenziale per la loro vita e che senza si sarebbero sentiti isolati dalla società. Ora non si riescono più a staccare.
Lamentano la crisi ma li vedi 2 giorni prima fuori dai negozi-icona a far la fila per accaparrarsi l’ultima versione dello smartphone feticcio.
Se tutta questa attenzione venisse investita per informarsi, per la lettura, per la propria cultura forse non ci saremmo ridotti ad avere una classe politica degna di un teatrino del grottesco. Del resto non è mica colpa dei politici, sono le specchio di chi li vota o peggio, non li vota affatto.
Sig. Massimo, forse io e lei siamo come 2 Panda destinati alla estinzione. Prima che avvenga le consiglio di fare un investimento. Si acquisti un bel paio di cuffie a cancellazione attiva del rumore….non dico che zittiscano gli zombie urlatori ma almeno può tornare in alcuni momenti del viaggio a leggersi un libro senza sentirsi discorsi vacui come la descrizione sesquipedale di quello che la vicina di posto ha mangiato a colazione, descrizione durata 34 minuti (quel giorno non avevo le cuffie….mannaggia!!!).
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