Lo sfogo di un padre: “Per le medicine di mia figlia costretto ad andare in Svizzera”
Non si trovai farmaco per curare le crisi della bimba e così per procurarsi il medicinale è d’obbligo il viaggio oltre confine
La prima preoccupazione di un padre consiste nell’assicurare il benessere dei propri figli.
La prova di questo semplice ma fondamentale concetto risiede nella storia di un padre che vive nella zona del Medio Verbano alle prese con un problema serio legato alla reperibilità di un farmaco. «Mia figlia ha 10 anni e da dicembre 2019 soffre di crisi convulsive notturne (crisi epilettiche secondariamente generalizzate). Il farmaco (per il quale essendo una bambina al di sotto di 14 anni ha una esenzione del ticket e che assume tutti i giorni la mattina e sera perché aiuta a prevenire le crisi convulsive – Zarontin sciroppo da 250 mg – ci risulta attualmente irreperibile. Non si capisce se la causa sia iL COVID-19 o altro. Abbiamo provato ad ordinarlo in parecchie farmacie della nostra zona. Ma la risposta dei farmacisti era sempre la stessa: non si trovano più le scorte nei magazzini».
«Abbiamo comunicato questo al medico curante di nostra figlia e anche egli ha verificato e ci hanno fatto sapere che il farmaco in sciroppo non si può più reperire. Un’ alternativa sarebbero le compresse che però non sono mutuabili e sono a carico del paziente al 100%. Il prezzo di questo farmaco è di circa 120 euro a scatola».
Che fare allora? «Per la nostra famiglia questa è una spesa impossibile da sostenere quindi ci è stato suggerito di recarci in Svizzera dove è disponibile un farmaco in compresse con lo stesso principio attivo (etosuccimide) e ha un costo approssimativo di 22 franchi a confezione».
«Reputo questa situazione scandalosa, come noi ci sono centinaia di famiglie costrette ad indebitarsi per garantire la salute dei propri figli. Noi abitiamo vicino al confine con la Svizzera ma ci sono altre famiglie che non possono recarsi oltre confine abitando in altre parti d’Italia», conclude il papà.
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