L’Associazione Culturale “Terra Insubre” opera da circa dodici anni sul nostro territorio, dapprima attraverso l’azione della sola sede di Varese – che rappresenta tuttorail fulcro dell’organizzazione – cui si è aggiunto negli anni l’apporto di alcune sedi o gruppi“distaccati” tra cui ricordiamo Milano, Marcallo con Casone e Canton Ticino.

Un elemento qualificante è sicuramente rappresentato dalla pubblicazione della omonima rivista trimestrale "Terra Insubre" (80 pagine foliazione minima), pubblicata mediamente in 2000 copie, che, da oltre un decennio, si occupa di cultura locale e tematiche storiche, archeologiche, etno-antropologiche con riferimento alle antiche popolazioni padano-alpine quali, oltre a celti e longobardi, Camuni, Reto-Romanci e Walser, queste ultime tuttora presenti ai confini settentrionali della Lombardia.

A fianco di queste indagini, caratterizzate anche da approfondimenti toponomastici ed etno-linguistici, Terra Insubre è da sempre impegnata a ridefinire – in chiave contemporanea e dunque “metapolitica” – i concetti di identità e territorio, alla ricerca di nuove sintesi culturali nell’ottica della costruzione di un'Europa dei Popoli e delle Regioni in contrapposizione all’Europa centralista, economica e burocratica, tanto cara alle multinazionali del mercato globale.

Tra le numerose attività svolte dall’Associazione negli anni ricordiamo la grande mostra “Celti – dal cuore dell’Europa all’Insubria” che si è tenuta a Villa Mirabello dal 28novembre 2004 al 25 aprile 2005. Gli appuntamenti annuali con Terra Insubre sono l’“Insubria Festival” - festival celtico dell’Insubria del Ticino - a Marcallo con Casone (Mi), giunto alla 6° edizione, ed il festival “Insubria, terra d’Europa” che si svolge nel centro di Varese e di cui si è appena conclusa la 2° edizione con grande successo di pubblico.Terra Insubre con le sue attività intende studiare e far conoscere la storia e lacultura dei popoli che hanno abitato l’Insubria, infondendo, negli insubri contemporanei,consapevolezza della propria identità e, quindi, della necessità di preservare e tramandare tradizioni, storia e lingua (di cui si auspica un ritorno nell’uso quotidiano) daconsiderare patrimonio inestimabile e risorsa insostituibile.

VareseNews quale organo di informazione di successo che copre l’intera provincia non è estraneo all’attività dell’associazione. Il rapporto non è certo sempre stato caratterizzato da omogeneità di vedute, situazione che comunque favorisce un confronto tra diverse opinioni, occasione di arricchimento – auspichiamo – reciproco. L’associazione vuole accogliere l’invito come opportunità di discussione su una tematica, quella della contaminazione, così attinente ai propri motivi di riflessione.

Riteniamo che “contaminazione” sia da annoverare tra le parole in voga negli ambienti di quella che può definirsi la “cultura ufficiale” (con riserva di approfondire in altra sede significato e ragioni della definizione). Si tratta di un termine dall’originaria connotazione negativa (si contamina ciò che è puro: il pensiero corre subito all’aria, all’acqua o al cibo contaminati; alla contaminazione da radiazioni, ecc., ecc.) che viene utilizzato con l’intento di descrivere un fenomeno ritenuto invece positivo. E’ già accaduto con altre parole tra cui “tolleranza”: letteralmente si tollera ciò che potenzialmente nuoce o comunque infastidisce e tuttavia il sostantivo, nell’uso comune,vorrebbe veicolare un abitus positivo o auspicabile. Escludendo che questa forma di linguaggio trovi origine da una sostanziale ipocrisia di chi la adotta è possibile supporre che i fautori di questa terminologia o si compiacciano di forzare il linguaggio a meri fini estetici ovvero lo utilizzino simbolicamente, al fine di accreditarsi come appartenenti aduna realtà “antagonista”. In ogni caso ci pare che per “contaminazione” voglia intendersi la commistione tra realtà diverse che dia poi origine a un quid del tutto originale; forse gli esempi maggiori si trovano in musica: il blues e vari generi latinoamericani sono senza dubbio frutto di contaminazioni. Banalmente e semplificando, pare evidente che, come spesso accade, il fenomeno possa essere positivo (produttivo o creativo) oppure negativo (distruttivo) a seconda dei casi e che quindi sia necessario approfondire appunto caso per caso le occasioni di contaminazione. Quel che è certo è che la contaminazione può avvenire solo tra enti (generi) diversi e distinti non potendo ovviamente verificarsi tra” uguali”. Ci sembra una buona base di discussione.

Il Presidente
Avv. Enrico Baroffio

 

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