Speciale elezioni Brebbia 11maggio - Sindaco uscente si ripresenta per il rinnovo del consiglio comunale a capo di "Brebbia, nuove prospettive 2001"
D’Agata: "Dobbiamo puntare sul prestigio"
Originario di Cento, Ferrara, Adolfo D’Agata ha quarantacinque anni. Laureato in giurisprudenza e come il padre e il nonno svolge il lavoro di segretario comunale. E’ sposato, ha un figlio ed è il sindaco uscente di Brebbia. Si ripresenta ancora per le consultazioni del 13 maggio e la sua lista si chiama "Brebbia, nuove prospettive 2001". E’ iscritto a Forza Italia ma della sua lista dice che " si è svestita dei panni della politica, quella che rappresento è una lista civica e trasversale all’interno della quale non si fa politica, tanto è vero che Brughera, l’unico rappresentante della sinistra a Brebbia vi fa parte, ci siamo fatti questa promessa per sviluppare il paese senza scontrarci su questioni ideologiche"

L’alleanza con la lega Nord non è stata cercata?

"Da parte nostra no, forse dai coordinamenti provinciale, ma era impensabile fare un’alleanza con una forza per la quale la polemica in questi quattro anni di opposizione è stata una costante. E’ anche una questione personale, io non stimo i rappresentanti della Lega perché hanno gettato troppo fango sui nostri nomi ed anche in futuro non ci sarà possibilità di dialogo, anche i toni scorretti utilizzati in questa campagna elettorale".

Ci sono stati cambiamenti nella sua formazione?

"C’è stato un rinnovamento, della passata amministrazione rimangono i due terzi, mentre il resto sono nuovi, soprattutto giovani, sui quali confido molto".

E’ vero che c’è stata una spaccatura nel suo gruppo?

"Assolutamente no, infatti nessuno dei miei ex consiglieri si è presentato con altre liste"

I punti principali del suo programma

"Come nelle passate consultazioni, molti progetti in cantiere non erano in programma, alcune cose si valutano nel tempo e seconda delle opportunità che si presentano, l’idea rimane la stessa, Brebbia non può rimanere immobile e deve avere ambizioni e puntare al prestigio, attraverso la collaborazione pubblico-privato, questa è la tendenza che si deve seguire laddove la burocrazia impone tempi lunghissimi per realizzare i progetti, l’unica arma per uscire dall’immobilismo è quella di affidare settori del pubblico alla gestione privata".

Catia Spagnolo