Vergiate 9 maggio - Raccoglie l'eredità di Giovanni Taras, il candidato di uniti per Vergiate speiga come migliorare la qualità della vita in questo territorio
La qualità della vita nei programmi di Pansini

La visibilità non è certo una sua caratteristica. Un po’ introverso, è una di quelle persone che lavorano nell’ombra senza ambire ai riconoscimenti.  Ilio Pansini, candidato sindaco di Uniti per Vergiate è il successore di Giovanni Taras, giunto al termine di due legislature consecutive. Il nome di Pansini non produce clamori ed eco ridondanti nel comune. Eppure alla vita politica e amministrativa di questo paese ha dedicato parecchi decenni della sua vita.

Nato a Salerno cinquantatre anni fa, a Vergiate è operaio della ex Siae Marchetti, oggi Agusta. Al suo lavoro unisce l’impegno sindacale nella Cgil. Fuori dalla fabbrica l’impegno amministrativo. Assessore ai servizi sociali dal 1988 al 1993 e dal 1993 è presidente della farmacia comunale. Con lui la farmacia si è inserita nel contesto più ampio dell’Azienda sanitaria dei servizi speciali. Il programma steso dalla sua colalizione è per quanto riguarda le linee generali nel segno della continuità con la passata amministrazione.   “Il comune come prima vera unità di autorganizzazione, che i cittadini devono sentire una istituzione propria, in cui l’informazione e il rapporto diretto con il pubblico devono aiutare le persone a vivere meglio” questa l’idea del comune che esprime Pansini e la sua coalizione.

Quali sono le componenti della sua coalizione?
“Uniti per Vergiate è composta da tutte quelle persone che si riconoscono nel centroisinistra”

Qual è la vostra idea del territorio e quali gli ipotetici interventi?
“Questa è una zona in cui si può vivere bene,  non vogliamo superurbanizzare, ma proporremo un assetto urbanistico che permetta ampliamenti dentro un quadro compatibile. Fra le proposte il recupero del già costruito, soprattutto nel centro della cittadina, dove esistono stabili in precarie condizioni e le cui proprietà sono polverizzate fra gli eredi. La proposta: acquistare, recuperare e riutilizzare nell’accoglienza alberghiera, come bread and breakfast per esempio, questa una ipotesi. Un’altra recuperare per l’accoglienza degli immigrati”.

Come si potrebbero realizzare questi progetti?
“L’azienda comunale dei servizi per il cui futuro è possibile ipotizzare un apliamento delle sue competenze ai lavori manutentivi o alla cura del territorio, potrà anche incaricarsi di differenti fasi di questo lavoro ed entrare essa stessa in rapporto con le aziende private”.

Lei ha affermato che in questa zona si vive bene, cosa manca allora?
“Occorre elevare la qualità della vita, sia quella culturale del territorio, sia i servizi alla persona. Il nostro territorio aspetta di essere valorizzato, il suo lago, i suoi centri storici ne fanno una zona appetibile. Oramai questo comune è cresciuto, anche un po’ disordinatamente, è una cittadina e necessita di regole e forme di ordine. Necessita anche di un cuore, di un centro una piazza che sia lugo di socializzazione”.

Anche perché quello che dovrebbe essere la piazza è un incrocio e fra l’altro trafficatissimo. Continuerete sul progetto della viabilità strategica?
“Certo, di questo progetto che ha lo scopo finale di decongestionare il centro dal traffico pesante, un primo passo è già stato avviato. Qualunque cosa i nostri avversari dicano in proposito c’è un fatto: per il sottopasso di Mornago c’è un progetto esecutivo consegnato e adottato dalla provincia, esistono già gli stanziamenti dei comuni di Vergiate e Mornago, delle ferrovie, all’appello manca solo la provincia. Sui punti della viabilità strategica martelleremo tantissimo affinché coloro che ora parlano non blaterino in futuro”.

Catia Spagnolo