Spazi pubblicitari

Speciale elezioni - Uboldo - Il candidato della lista "Il centrosinistra di Uboldo" sottolinea l'esigenza di una visione sovracomunale dello sviluppo territoriale e ribadisce il proprio "no" al grande centro nell'area ex Lazzaroni 
L'ex sindaco Mario Piazza si ripresenta con il centrosinistra: 
«Lo sviluppo del territorio è il primo problema da affrontare» 

Sindaco di Uboldo dal 1970 al 1975, ha 62 anni ed è nato a Saronno. Mario Piazza, sposato e con tre figli, oggi lavora come consulente industriale nell’ambito gestionale e progettuale di aziende operanti nel settore termotecnica/refrigerazione e si ripresenta sostenuto dalla lista "Il centrosinistra di Uboldo". Durante gli anni in cui è stato primo cittadino ha affrontato problemi allora molto sentiti sul territorio. Piuttosto importante è stato il recupero della zona industriale dell’ex-cotonificio Poss  dal quale è nato il Parco Comunale al centro del paese e costruendovi la Scuola Media e l’Asilo nido. «Per restare più in famiglia, non mi sono più ripresentato come Sindaco - spiga Piazza - ma ho portato in prima approvazione il primo piano regolatore del 1980 come assessore all’urbanistica: le leggi regionali avevano imposto una drastica riduzione dell’edificabilità da 126.000 abitanti previsti dal Piano di fabbrica degli anni sessanta a 11.500. Sono stato di nuovo assessore all’urbanistica dal 1990 al 1993».

Come mai ha deciso di ricandidarsi?
«Non mi sono proposto io, sono stato scelto da un gruppo di persone che intendono attuare una società basata sui valori che mettono al centro la persona nella sua relazione con sé stessa, con gli altri e con l’ambiente, con l’attenzione verso i più deboli».

Dopo anni di amministrazione leghista, quali sono i problemi più grossi della città?
«Uno dei problemi è il territorio. La Lega  in fase pre-elettorale per le scorse elezioni amministrative aveva elargito a tutti promesse di edificabilità dei terreni attraverso la presentazione di un P.R.G. che la Regione non avrebbe mai potuto ratificare: i parametri di sviluppo su cui si basava il Piano erano totalmente al di sopra di ogni limite di legge. Costretta a ritirarlo, ne ha riproposto un altro solo alla vigilia della scadenza del mandato. Per diversi motivi il Piano non è stato approvato nell’unica possibile seduta del Consiglio Comunale. L’essersi ridotti così all’ultimo istante nel dibattere le problematiche della programmazione del territorio e della salvaguardia dell’ambiente, ha provocato un grave danno alle persone. Senza il P.R.G. si ferma, o entra nel caos, ogni intervento sulle abitazioni. Altro problema della medesima importanza è quello relativo agli anziani, ai portatori di handicap, agli ammalati: sono stati abbandonati al “fai da te” o al solo volontariato per quanto riguarda l’assistenza. Le famiglie non possono farsi carico di tutto».

In tre parole, quali sono i punti fondamentali del programma?
«Persona e Famiglia; Ambiente e Territorio; Servizio e Trasparenza».

Qual è la sua posizione sullo scottante argomento del futuro dell’area ex-Lazzaroni?
«Un centro commerciale e ludico inserito in una zona oramai satura non è la scelta da farsi. Non è una necessità per il paese, lo avvalora il fatto che la maggioranza dei cittadini è contraria. L’attuale destinazione a zona industriale può permettere insediamenti artigiani o industriali. Col nuovo P.R.G. possono essere date destinazioni anche diverse compatibili con il territorio tenendo presente soprattutto l’ubicazione della zona che viene ad interessare diversi comuni del saronnese.  C’è da promuovere infatti una visione sovracomunale dello sviluppo territoriale»

 Manuel Sgarella
manuelsg@tin.it