Un
ritorno alla vita politica cittadina quale candidato sindaco per
la lista che rappresenta il centrodestra “Uboldo per le libertà”.
Ugo Zaffaroni, oggi 51enne, è infatti stato capogruppo della
Democrazia Cristiana fino al 1983 anno in cui ha rotto duramente
con il resto del partito. In seguito ha fatto parte della lista
repubblicana che ha eletto il sindaco donna Ceriani alla fine
degli anni ’80. Oggi Zaffaroni lavora nel campo della sanità,
si occupa di un centro medico specialistico, di turismo e di
marketing urbano. «Sono tornato perché ho capito che potevo fare
qualcosa di buono per Uboldo; per questo mi sono messo in gioco in
prima persona» spiega Zaffaroni.
Ma cos’è che le ha fatto scattare la molla per
dire “è ora che mi metta in gioco” dopo tanti anni di
silenzio?
«Il fatto che stava per emergere quello che ho
vissuto allora nella Democrazia Cristiana, ovvero parecchia
confusione. Ho voluto evitarlo».
La Lega Nord è schierata all’interno della sua
coalizione. Per quattro anni ha governato Uboldo. Una volta
insediato quale sarà il primo problema da affrontare?
«Premetto subito che della Lega esprimo un giudizio
positivo. La Lega ha avuto il merito di fare piazza pulita con il
passato fatto di corruzioni e clientela. Il primo problema sarà
la conoscenza e la messa a punto della macchina democratica. E poi
tutta una serie di iniziative che vorranno ridare uno spirito al
paese: usando il nostro slogan, vogliamo portare Uboldo da paese a
comunità. Questo è il primo obiettivo che penso riusciremo a
realizzare piuttosto in fretta attraverso uno studiato rilancio
culturale. In questo modo, vogliamo far emergere il positivo in un
paese che si è piuttosto spento negli ultimi anni. Vogliamo dare
fiato alle associazioni con un progetto unico».
In tre parole, quali sono i punti fondamentali del
programma?
«Sicurezza. Vogliamo riuscire a portare a termine
quello che voleva anche la Lega portando in paese la caserma dei
carabinieri e dare un ruolo ai vigili urbani creando il vigile di
quartiere. Socializzazione, appunto facendo diventare Uboldo una
comunità. Vogliamo raggiungere questo obiettivo anche abbellendo
la città e potenziando le risorse. Terzo punto, il piano
regolatore. Vogliamo creare un documento che tenda a dare
un’immagine del paese più consona a quello che sono i tempi di
oggi: rivedere il centro urbano che oggi è fatiscente, insalubre
e che non ha alcun senso; inoltre vogliamo riqualificare le aree
industriali e dare ordine ai servizi del paese, dal parco alla
costituzione di una sala polifunzionale. E ancora: un nuovo
municipio e al posto del vecchio un centro culturale, una fermata
per il treno Milano-Malpensa, e un nuovo centro sportivo».
Qual è la sua posizione sul futuro dell’area ex
Lazzaroni?
«Dobbiamo valutarla bene, ma non abbiamo alcun
pregiudizio. Sicuramente non può essere valutata se prima non si
risolve il problema della viabilità che è la nostra forte
perplessità. Sotto l’aspetto educativo e sociologico non saremo
certo noi a fermare i cittadini: sta a noi proporre qualcosa di
alternativo sotto l’aspetto educativo e non vietare che il
cittadino possa andare o l’imprenditore possa fare. Sicuramente
saremo arbitri imparziali di quello che è il progetto che è
stato proposto con particolare attenzione alla viabilità. Sono
comunque convinto che l’impatto sociale che porterebbe il centro
non sarebbe affatto degradante».
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