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                Ha
              l'aria raggiante e confusa Olinto Manini: per la seconda volta ha
              superato la prova per il comune di Malnate, ancora una volta sul
              filo di lana, ancora una volta con una partenza senza troppe
              speranze e un finale decisamente in crescendo. 
              «Ho vinto di 250 voti, ma in fondo è andata di lusso -
              spiega Manini dalla sede del PPI di Malnate, dove si sta
              festeggiando la sua seconda, sofferta vittoria - L’altra volta
              ho vinto  di quattro voti soltanto...» 
              Era proprio andata così,
              quattro anni fa: la poltrona di sindaco l'aveva conquistata per la
              prima volta, grazie ad una ampia coalizione di centro sinistra,
              per una manciata di voti. E per questa tornata le prospettive
              sembravano anche più ardue:il suo Ulivo, caso unico in provincia
              di coalizione con questo simbolo, si presentava senza l'appoggio
              di Rifondazione comunista. Che, al contrario, ha presentato contro
              di lui un giovane candidato sindaco, Stefano Bernasconi: un vero e
              proprio scontro diretto a sinistra, visto che per Malnate non era
              previsto il ballottaggio. 
              «Bisogna dire che
              Rifondazione è andata proprio bene: tant'è vero che noi siamo
              stati per quasi tutto il giorno in ansia - continua Manini - ci
              mancavano proprio i voti di Rifondazione per vincere». Lo
              scontro diretto ha invece fatto bene a tutti e due: si sono
              verificate infatti due condizioni apparentemente impossibili, un
              grande exploit per Rifondazione e la seconda vittoria per
              l'attuale sindaco. 
              Manini è persona schiva e
              modesta: ma, considerato il risultato e considerato che si
              sta  parlando del sindaco uscente, qualche merito dovrà pur
              riconoscerlo a sè stesso... 
              "In realtà me lo stanno dando gli altri questo merito:
              dicono  che questo risultato per buona parte arriva da me,
              dal mio modo di essere sindaco. Mah, io prendo atto e ne sono
              contento. Non so quanto tutto ciò sia vero, però devo ammettere:
              è bello vincere una partita, ma vincere una partita difficile è
              davvero bellissimo". 
              E adesso cosa farà per
              prima cosa? 
              «Farò né più ne meno quello che ho fatto nei mille e rotti
              giorni in cui ho lavorato nel primo mandato, e di quello che farò
              nei mille e rotti giorni che spero mi aspettano». Insomma, si
              torna semplicemente al lavoro. 
              La vittoria di Manini non è stata però a
              discapito di Rifondazione: in questo caso il centro sinistra,
              contrariamente al resto della provincia, ha fatto proprio
              cappotto. 
              Si può dire che le due formazioni contrapposte a sinistra si sono
              portate fortuna a vicenda? 
              «Potrei addirittura dire che in fondo abbiamo aiutato l'Ulivo
              a vincere: a quanto sembra il sindaco uscente ha rubato più voti
              a destra che a sinistra - commenta Stefano Bernasconi, il
              candidato di Rifondazione - Noi comunque non possiamo che essere
              contenti, perchè siamo passati dai 545 voti delle ultime
              politiche ai 901 voti di questa tornata. I nostri voti sono
              aumentati progressivamente negli anni: questo è, oltre a un dato
              nazionale, anche un riconoscimento all'attività della sezione
              locale. per questo pensiamo che il centro sinistra non può tenere
              conto che alla loro sinistra c'è un partito che cresce». 
               
              
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