Arcisate - Intervista a Daniele Resteghini, candidato sindaco di Liberarcisate
Resteghini, "al centro del programma, la partecipazione"
Una lista civica aperta alla società civile e all'associazionismo, ma che guarda ai valori del centrosinistra, alla solidarietà,
alla partecipazione, all'accoglienza: Daniele Resteghini è il candidato sindaco di Liberarcisate. «Ho quarantasei anni, sono nato ad Arcisate da una famiglia numerosa, sono sposato e con due figli. Sono molto legato all'oratorio, che ancora frequento con la mia famiglia, per anni ho giocato a basket e mi sono interessato al teatro, recitando e scrivendo commedie. Da alcuni anni - dopo la morte di mio padre, che è stato partigiano di Giustizia e Libertà - sono presidente della sezione di Arcisate dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia. Ho avuto una esperienza professionale importante presso la conferenza sul Disarmo dell'ONU a Ginevra, dopo altre esperienze oggi sono funzionario marketing e vendite di una azienda del Canton Ticino.
Una lista civica è fatta prima di tutto di persone: quali scelte avete fatto?
Abbiamo tenuto presente tre elementi fondamentali: prima di tutto il rinnovamento, che ha trovato anche il favore dei partiti, che hanno dato spazio a persone espressione della società civile; in secondo luogo, le donne, qualificate e preparate. Purtroppo due hanno dovuto rinunciare per ragioni personali, per maternità e altro; in lista ci sono due insegnanti, due avvocati, una ricercatrice, una impiegata. Terzo elemento: un gruppo di giovani guidati da passione e competenza. Sono scelte pensate nell'ottica di un progetto che non si esaurisca nella sola occasione elettorale, ma che abbia una continuità.
Quali sono le priorità per la vostra azione amministrativa?
Il punto fondamentale è la partecipazione, che è mancata totalmente in passato: da parte dei cittadini c'è una forte richiesta di partecipazione.
Come si può intercettare questo bisogno?
Gli strumenti che intendiamo usare sono più d'uno, già esistenti, ma non utilizzati. Intendiamo attivare consigli di rione e di frazione (con l'aiuto di cittadini e associazioni) che segnalino problemi e indichino la progettualità degli interventi. Le segnalazioni avranno obbligo di risposta da parte dell'amministrazione: un impegno e un vincolo importante. Oltre a questo, la promozione di referendum su tematiche significative e l'attivazione di consulte tematiche, oltre al rilancio dei consigli comunali aperti.
Seconda priorità: la prossimità al cittadino:proponiamo l'istituzione di una sede distaccata dell'anagrafe nelle frazioni e il rilancio del centro sociale di Velmaio
Poi c'è la trasparenza: l'esempio in negativo di come si è operato in passato e che abbiamo sotto gli occhi è quello della Arcisate-Stabio.
Una questione che ha portato alla ribalta il paese, ma che ha creato più di un malumore...
Sulla nuova ferrovia si è deciso senza il minimo confronto con la popolazione. Il confronto con il percorso che si è fatto in Canton Ticino e a Induno è disarmante. Ormai le scelte sono state fatte, non si torna indietro: non possiamo far altro che vigilare sulla tutela del territorio, in particolare sulla valle del Bevera.
Arcisate è cresciuta significativamente negli ultimi anni, arrivando quasi a quota 10mila abitanti. Quali scelte vanno fatte per migliorare la qualità di vita?
«La crescita ha toccato soprattutto la zona di via Motta e via Velmaio. L'espansione dell'abitato ha reso problematico l'inserimento della tangenziale: si è costruito là dove era previsto il passaggio della strada, la tangenziale come è prevista passerebbe in mezzo alle case. La nostra proposta è basata sul confronto: prima di realizzarla, facciamo uno studio sulla viabilità esistente, coinvolgiamo i cittadini, in particolare chi vive nelle aree interessate. Lo stesso discorso si dovrà fare con il Pgt».