Casalzuigno - Manager nel settore turistico, Patrizia Galparoli lancia la sua sfida legandosi al simbolo del Carroccio. «Prima cosa le necessità del cittadino, poi ho a cuore il rilancio di Arcumeggia»
Galparoli: "Sono l'apripista della Lega"

Non ha in tasca nessuna tessera di partito, ma ha scelto di mettere il proprio nome accanto a quello della Lega Nord. Patrizia Galparoli, classe 1951, è uno dei tre candidati alla poltrona di sindaco a Casalzuigno, il paese dove vive questa organizzatrice di eventi con un lungo passato manageriale nel settore turistico.

Signora Galparoli, non è un mistero che la sua lista si sia presentata all’ultimo momento utile per partecipare alle elezioni. Come mai avete presentato le candidature in extremis?
«Inizialmente pensavo di dare solo un mio contributo in campo culturale, anche in seno a un’eventuale amministrazione. Poi mi sono confrontata con altre persone, mi sono convinta e ho accettato di candidarmi a sindaco, mettendo il mio volto a fianco di un simbolo politico come quello della Lega. In questo senso mi sento un po’ una “apripista”: in paesi come il mio è difficile che ci si esponga in modo netto. Ma credo che Casalzuigno abbia davvero bisogno di una scossa per risolvere i suoi problemi».
 
Quali sono, secondo lei, i più gravi di questi problemi?
«Gli impianti idrici e fognari sono obsoleti e da rifare e credo sia ora di impegnarsi seriamente a cercare le soluzioni. Penso che in casi come questi la prima cosa cui pensare sia quella di trovare i fondi necessari che non sono pochi. Secondo me la nostra lista potrebbe davvero fare tanto in questo senso. Poi c’è dell’altro: oltre ai lavori più classici come la messa in sicurezza del centro cittadino o la pavimentazione stradale, a me sta a cuore l’istituzione di un dispensario farmaceutico in paese, che possa sostituire l’assenza della farmacia. In alcuni paesi circostanti ciò è già realtà, qui non ancora. E oltre alle necessità più vicine ai cittadini, non tralasciamo Arcumeggia e la cultura che mi stanno molto a cuore».
 
In che modo?
«Guardi, io da sempre mi occupo di turismo e, appunto, cultura. In paese abbiamo due “plusvalori” come Villa Bozzolo – che ha una sua attività e gestione – e appunto il borgo dipinto. Su Arcumeggia è indispensabile riqualificarla e pubblicizzarla: è incredibile vedere come venga quasi ignorata dalle guide italiane mentre quelle straniere le dedicano pagine su pagine. Qualcosa non va eppure, quando tempo fa mi occupavo dell’ufficio turistico di Cuveglio, le iniziative c’erano e funzionavano. Con lo spettacolo del Lago Maggiore a due passi potremmo integrare le proposte che non devono essere quelle per un turismo di massa ma che possono insistere su tanta gente interessata. Tra l’altro, penserei a alleviare lo scempio della Valcuvia: una spianata di capannoni che non sono certo il miglior biglietto da visita per un turista».
 
Per concludere, torniamo alla sua lista: lei è l’unica persona che risiede in paese. Su questo è facile attaccarla.
«Sa cosa le dico? Tutto sommato in questo modo sarà paradossalmente più facile amministrare. Ogni volta che vedo prendere decisioni, ci si scontra sugli interessi dell’uno e dell’altro, arrivano i veti incrociati e si va a finire che si risolve poco. Nel caso vincessi le elezioni avrei a disposizione persone disinteressate, pronte a scegliere la migliore soluzione. E preparate dal punto di vista tecnico».
 
La voteranno per questo?
«Forse ma non solo. La Lega qui alle elezioni politiche ha preso un terzo dei voti; era ora che si proponesse anche alle amministrative. Come ho detto all’inizio, io ho avuto il coraggio di mettermi in gioco pur non avendo tessere di partito in tasca. Ho dato l’esempio mi auguro che questo venga seguito».
Damiano Franzetti
Giovedi 28 Maggio 2009