Elezioni europee - 27 stati e 375 milioni di persone saranno chiamate al voto a giugno, 36 milioni per la prima volta. Parla Maria Grazia Cavenaghi Smith, Direttore dell’"Ufficio per l’Italia del Parlamento Europeo di Milano
"Euroscettici, credete in noi"

«Spesso non se ne coglie l’importanza, ma il Parlamento Europeo è il più grande e unico parlamento transnazionale: 27 stati e 375 milioni di persone saranno chiamate al voto a giugno, 36 milioni per la prima volta». A parlare è Maria Grazia Cavenaghi Smith, Direttore dell’Ufficio per l’Italia del Parlamento Europeo di Milano, una che alla causa dell’Europa ha dedicato e sta dedicando una vita.
Trattato di Lisbona, poteri del Parlamento, ruolo della stampa nazionale: la direttrice milanese è un fiume di parole, «questo è il nostro ruolo, dare informazioni, fare da collegamento tra Strasburgo e i cittadini italiani».

Quale è dunque l’importanza del Parlamento Europeo? Perché il 7 giugno dovremmo andare a votare i suoi deputati?
«Spesso sentiamo dire, dai cosiddetti “euroscettici”, che il parlamento comunitario è un organo privo di effettivi poteri decisionali. È bene ricordare che se il parlamento è nato come un’assemblea consultiva, e il parere dei suoi deputati non era vincolante, ora i poteri ci sono e sono anche molto significativi. Oggi il parlamento è un organo di coodecisione, i suoi deputati decidono l’80% delle materie europee, possono proporle, discuterle e anche respingerle. Decidono la destinazione dei soldi messi a disposizione dal bilancio europeo, che devono discutere e approvare. Devono dare il consenso per l’elezione dei singoli commissari e possono anche votare la sfiducia per la commissione. Do un ultimo dato: è stato calcolato che il 75% delle leggi italiane altro non sono se non il recepimento delle direttive europee.

Dicono anche che i deputati europei sono strapagati..
«Ci sono dei piccoli particolari che chi dice questa cosa non conosce: il primo è che se lo stipendio dei deputati europei è stato fino ad oggi molto elevato, è stato perché legato a quello dei parlamentari nazionali, quindi in Europa erano obbligati a pagare come li paghiamo noi in Italia. Secondariamente, questo discorso non ha più ragione d’essere, entrerà infatti in vigore il nuovo statuto dei deputati europei che comporterà una revisione degli stipendi dei deputati. Il parlamento ha deciso di legare lo stipendio ad altri criteri, pertanto per i deputati italiani gli stipendi diminuiranno molto».

Tra poco potrebbe entrare in vigore il trattato di Lisbona cosa significa e come è nato?
«Il trattato di Lisbona è un provvedimento fondamentale per l’Unione Europea, ora gli stati membri sono 27 ed è necessario una revisione dei suoi meccanismi di funzionamento poiché essi sono ancora legati al vecchio assetto comunitario. Il trattato servirà soprattutto ad aumentare i poteri del parlamento, l’unico organo eletto direttamente dai cittadini, e che meglio può rappresentarli».

Cosa fa l’ufficio del Parlamento a Milano?
«La nostra è una funzione di collegamento tra il parlamento e gli enti locali, tra il parlamento e i cittadini, in particolare assistiamo la stampa per fornire una corretta informazione su quanto accade in Europa. Noi italiani siamo in realtà molto europeisti, ci sono state elezioni europee che hanno registrato un tasso di affluenza maggiore di alcune elezioni amministrative e politiche, quello che manca è una corretta diffusione dei provvedimenti decisi in sede europea. Veniamo informati di tutto quello che riguarda le beghe nazionali in vista delle elezioni ma non si va mai oltre a raccontare quello che effettivamente si fa a Strasburgo.
Noi qui all’ufficio organizziamo eventi, convegni, facciamo attività con le scuole e i giovani. Adesso abbiamo avviato il progetto "Ambasciatori europei nelle scuole" che consiste nell'invio di "ambasciatori" nelle classi quinte delle scuole secondarie di secondo grado delle otto regioni del nord dell'Italia per spiegare agli studenti le funzioni e i ruoli delle istituzioni europee».

Tomaso Bassani
Martedi 12 Maggio 2009