Cavaria con Premezzo - Il leader leghista Mario Borghezio, già deputato europeo, ha accompagnato la presentazione della lista del candidato sindaco Mauro Bortolozzo
"Asilo agli immigrati? Pensiamo ai nostri di asili"

Un Mario Borghezio insolitamente “pacato”, o quasi, quello che ieri sera, giovedì 22 maggio, a Cavaria con Premezzo, ha accompagnato la presentazione del programma del candidato sindaco leghista Mauro Bortolozzo.
Certo non sono state negate alcune strizzatine d’occhio a una platea che in fondo desiderava soprattutto battere le mani all’urlo di “Roma ladrona”, ma il discorso dell’Eurodeputato del Carroccio si è orientato più che altro sul recupero dei valori e sulla denuncia di un’Italia governata dai «partiti della fannullocrazia».
Catapultato nel Varesotto da Genova, dove si trovava in giornata, l’onorevole Borghezio ha raccontato di aver appena concluso un tour elettorale anche in Lazio, «dove – garantisce Borghezio – ho percepito una voglia di cambiamento, una voglia di Lega», e se viene dalla regione dove si trova “l’odiata Roma” «allora significa che tutto è possibile».
Il programma elaborato dalla Lega di Cavaria per questa imminente campagna elettorale è stato invece uno spunto per l’onorevole per una riflessione sul progetto politico leghista: «dobbiamo imparare a valorizzare e riproporre i modelli sani del passato – ha detto Borghezio – pensiamo, solo per fare un esempio, a quali sono gli istituti che hanno retto a questa crisi economica: sono le banche popolari e le banche cooperative. Questo perché sono il frutto di una tradizione e di un tessuto sano della nostra storia e vicini alla nostra gente», e naturalmente «perché sono tutte istituzioni nate precedentemente alla degenerazione dello stato italiano, che dopo la sua unità ha visto crescere ed arricchirsi politici di professione e burocrati corrotti».

Per anni –secondo Borghezio – il nord ha subito la crescita del potere di politici arrivisti, e con la sinistra si sarebbe instaurato addirittura un regime per cui «ci vuole la tessera del partito anche per il pane», un sistema che però «il “vento del nord” sta spazzando via».
Poi il cavallo di battaglia: la sicurezza. E qui Borghezio si scatena, «dov’è la coerenza degli altri partiti su questo tema? – ha detto l’eurodeputato – ci sono politici che prima fanno il saluto romano e poi in parlamento vanno a chiedere il voto per gli immigrati». La lega no, assicura Borghezio - «la Lega su questo ha le idee molto chiare: noi siamo gente rispettosa, e quando entriamo a casa degli altri ci puliamo le scarpe e chiediamo permesso. Invece oggi gli immigrati arrivano e cominciano a spacciare, stuprano le ragazze, portano malattie, rubano». La ricetta di Borghezio per risolvere questo problema è una sola, e non proprio “politically correct”, «diritti a quei, pochi, immigrati che vengono regolarmente e vogliono lavorare, e tutti gli altri a casa a calci in …». E naturalmente il pacchetto sicurezza. «Grazie al quale – ha detto il leader dello zoccolo duro leghista – abbiamo dato più poteri ai sindaci per rendere sicure le nostre città, e soprattutto abbiamo cominciato a respingere i clandestini che arrivavano dal mare». Poco importa che le opposizioni e il mondo cattolico abbiano protestato ricordando che molti dei clandestini sono solo gente disperata e che molti hanno i requisiti per il diritto d’asilo. «I clandestini hanno il diritto d’asilo? Cominciamo a pensare ai nostri di asili. Ha detto Borghezio - Non si può pensare sempre alla carità agli zingari e marocchini, quando ci ricorderemo dei nostri poveri?».
Infine l’Europa, dove il parlamentare ha condotto le sue battaglie negli ultimi anni, «un terreno che dobbiamo imparare a sfruttare, un vero e proprio campo di battaglia. Dobbiamo capirne l’importanza così da approfittare dei vantaggi che può portare» e per questo una proposta da inserire fin da subito nei programmi elettorali di tutti i candidati sindaci: «un ufficio europeo della Lega in tutti i paesi, per dare informazioni sui bandi, sui fondo messi a disposizione dall’UE e sui provvedimenti adottati».
 

Tomaso Bassani
Venerdi 22 Maggio 2009