Varese - Sergio Cofferati, candidato capolista del Partito Democratico per le europee, ha parlato a Ville Ponti della sua candidatura "andiamo a Strasburgo per rimanerci 5 anni"
"Quello del Pd per l'Europa è un progetto serio"

«Mancano dieci giorni e vogliamo concentrarci sui temi che veramente interessano il nostro paese, perché è proprio sui contenuti che sta cominciando a inclinarsi il consenso verso questo governo», è con queste parole che il Partito Democratico varesino ha accolto a Ville Ponti il candidato capolista alle elezioni europee Sergio Cofferati, in visita nel Varesotto. L’ex leader sindacale, che portò in piazza 3 milioni di persone, è infatti al rush finale della sua campagna elettorale che al 6 e 7 giugno potrebbe portarlo in Europa a tenere la bandiera del Pd in Parlamento.

«La campagna elettorale è un’occasione per guardare negli occhi i propri elettori e capire le loro tendenze e le loro priorità». Cofferati inzia così a spiegare i motivi della sua candidatura e gli impegni che intende portare avanti a Strasburgo. Una candidatura che per la verità qualche malumore anche all’interno del Pd lo ha creato, colpa della famosa frase di qualche mese fa «non mi ricandiderò come sindaco a Bologna perchè voglio stare vicino a mio figlio e alla mia famiglia». E Cofferati accetta la critica ma precisa, «il sindaco di una città è un mestiere che si fa 7 giorni la settimana 24 ore su 24 non potevo imporre questo a un figlio appena nato». Poi gli eventi sono precipitati: la sconfitta elettorale in Sardegna, il passaggio del testimone alla guida del partito da parte di Veltroni, una situazione critica in molte amministrazioni locali, «ed è a questo punto che Franceschini mi ha chiesto un aiuto, e io – dice il sindaco di Bologna – non ho potuto negarlo, sono fatto alla vecchia maniera, ho capito che in questo momento il partito ha ancora bisogno di me e ho accettato. Inoltre questo impegno mi permetterà comunque di raggiungere la mia famiglia tutti i fine settimana».

Poi Europa, lavoro, crisi economica, Partito Democratico. Nel suo discorso di presentazione Cofferati affronta tutti i temi a cui ha deciso di dedicarsi nei prossimi 5 anni da Strasburgo. «Il progetto del Partito Democratico riguardo all’Europa è molto serio – spiega – e abbiamo deciso di dimostrarlo fin da subito chiedendo ai nostri candidati di assicurare il loro impegno per tutta la legislatura. A differenza di Berlusconi e Di Pietro che si candidano ma non metteranno mai piede fuori dall’Italia». Il problema principale, secondo Cofferati, è che in Italia non c’è percezione dell’importanza di queste elezioni, come non c’è percezione del valore del Parlamento Europeo, «i risultati di questo modo scellerato di ragionare sono evidenti. Negli ultimi anni a Strasburgo sono state prodotte leggi poco favorevoli al nostro paese e la credibilità degli italiani all’interno delle aule parlamentari è crollata. Vuoi per l’assenteismo, vuoi per lo scarso impegno nel sostenere i nostri deputati, sta di fatto che ormai non contiamo niente». Per questo prosegue – è necessario risalire la china della credibilità, affrontando con un progetto serio i temi cruciali che si sono posti davanti a noi». E quello più grande è naturalmente la crisi economica, «una crisi che  questo governo tenta di nascondere sotto il tappeto, e di cui Berlusconi si accorge solo quando riguarda la raccolta pubblicitaria delle sue aziende – dice Cofferati -. La realtà è che siamo di fronte alla situazione più drammatica dal dopoguerra ad oggi. La cassa integrazione è aumentata del 500% e i lavoratori si sentono abbandonati. E i secondi tre mesi di cassa integrazione purtroppo non saranno come i primi, perché se sentono un sentimento di incertezza, questo si tramuterà in terrore. E in quel momento la situazione diventerà irreversibile».

Infine le elezioni amministrative. Da sindaco Cofferati ha conosciuto i problemi e l’importanza delle amministrazioni locali, «governare le città in questi ultimi anni è stato difficilissimo ha spiegato – e questo grazie alle politiche assurde di questo governo. Prima con il taglio dell’Ici e poi con il patto di stabilità, è stata ingessata irrazionalmente l’attività amministrativa degli enti locali più virtuosi. Il Partito Democratico crede invece in una politica che valorizzi le realtà locali, perché è dal radicamento col territorio che il nostro partito vuole ricominciare a creare consenso attorno al suo progetto politico».

Giovedi 28 Maggio 2009