Olgiate Olona - Il vicepresidente dell'Europarlamento Mario Mauro incontra il PdL del Medio Olona. "Le vere risorse per uscire dalla crisi? Siamo noi stessi"
"Il 70% delle leggi italiane si fa a Bruxelles". L'Europa, le aziende in crisi e il territorio

L'Europa e il Medio Olona. Il grande e il piccolo. I massimi sistemi e la realtà locale. Trait d'union: la crisi. E le elezioni, europee ed amministrative, di qui a un mese e mezzo. Fatto due più due, è quindi opportuna la presenza di un europarlamentare di peso come Mario Mauro, esponente della potentissima fazione ciellina che punta dritto alla presidenza dell'Europarlamento con la benedizione di Berlusconi, per parlare del momento davvero delicato di tutto un sistema in trasformazione. Così ha scelto di fare il PdL del Medio Olona, coordinamento locale di un territorio che negli ultimi anni si è distinto per una rara capacità di mettere in comune, anche al di là di schieramenti e colori politici, vari aspetti legati al territorio. A moderare l'incontro di questa sera al cinema nuovo di Olgiate Olona era l'assessore alla cultura Enrico Vettori, con lui il sindaco Giorgio Volpi a fare gli onori di casa (e ricordare discretamente che anche a Olgiate a giugno si vota); Franco Colombo  rappresententava da presidente API Varese -vicepresidente anche di Confapi nazionale, è ben addentro al quadro generale della situazione economica.

La prima necessità è riqualificare i lavoratori, a fronte della crisi di interi settori, su tutti il tessile. Mario Mauro ritiene prioritari «quegli strumenti che consentano a chi rientra nel mondo del lavoro di giocarsi delle carte in più». Per questo sono stati già stanziati 34 milioni di euro. Per le imprese vi sono poi da parte dell'Unione Europea investimenti per un programma di sviluppo tecnologico ma soprattutto un fondo di garanzia da un miliardo di euro: l'Europa si fa garante per le PMI di fronte a banche chiuse a riccio, che si aggrappanno alle regole Basilea 2 come a una scusa per non fare la loro parte, con la possibile eccezione delle realtà più legate al territorio. Questo soffre, «ma non si rassegna» osserva Mauro, «nemmeno nell'area di Malpensa ho trovato scoramento». Impressioni a parte, l'Italia vista da Bruxelles e Strasburgo può essere davvero piccola. «Solo tre regioni, Lombardia, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, sono state capaci di usare tutti i fondi europei» ricorda Mauro. «C'è un'Italia che non sa farlo, e che sta restituendo qualcosa come 10 miliardi di euro inutilizzati». E attenzione, perchè da relatore per la commissione che si occupa dei cosiddetti "corridoi europei" infrastrutturali l'europarlamentare ricorda che «se entro dicembre 2010 non partono i lavori, andranno resi anche i finanziamenti per la Lione-Torino».

Volpi ha ribadito le sue osservazioni sulla crisi, pregne di considerazioni etiche sul modello che ha condotto alla crisi («l'economia è un mezzo, non un fine»), contrapponendo al "modello locale" delle PMI, fatto di lavoro sodo e relazioni sociali, i "poteri forti" bancari lontani, avidi, insensibili, e forse, vittime della propria stessa immobilità. Sul piano dei numeri, Franco Colombo per Api (900 aziende, 17.000 addetti nel Varesotto) ha ricordato che il ricorso alla cassa integrazione ha già superato nei primi tre mesi del 2009 quello di tutto il 2008. Tanto per dare un'idea. «Eppure i licenziamenti nella piccola impresa sono cresciuti solo dell'1,5%». Si fanno i salti mortali per salvare lavoro e posti. Problemi: le banche non danno credito, le infrastrutture ritardano o non ci sono, e soprattutto i pagamenti giungono in estremo ritardo da creditori e, quel che è peggio, pubbliche amministrazioni. Manca la fiducia. L'Europa «è vista come matrigna», fonte di lacci e lacciuoli, ma è ingeneroso, osserva Colombo: quanto alla Regione, fa il suo, tra garanzie per i Confidi e finanziamenti alle imprese. «Qualcuno aveva chiesto "soldi veri" al governo, ma qui i soldi veri sono quelli da dare ai creditori: si cominci così a dare l'esempio» l'invito. Quanto ad API, chiede di spostare a novembre il versamento delle tasse, calcolate su un 2008 ancora abbastanza prospero, e una revisione sulla cosiddetta Iva di cassa.

Tornando a Mauro, l'europarlamentare analizza il quadro mondiale. «Al recente G20 americani e britannici insistevano per una politica di rilancio tramite spesa pubblica»: gli europei hanno risposto "calma e gesso", prima si chiarisce lo scenario e si precisano nuove regole. Sono da cambiare quelle attuali che ancorano l'economia globale al dollaro, sono ancora in sostanza quelle di Bretton Woods, varate nel 1944, quando gli Stati Uniti da soli producevano il 50% dell'output industriale dell'umanità, contro l'odierno 20% o giù di lì. «Dipendiamo da decisioni unilaterali di un Paese in crisi, se ne è accorta anche la Banca centrale cinese». L'Europa vuole un riequilibrio: Mauro non lo dice, ma è implicito. Sugli elementi chiave per uscire dalla crisi o affossarvisi, negli USA è critica la debolezza (leggi assenza) della rete di protezione sociale, rileva Mauro, in Europa l'invecchiamento della popolazione («la Turchia da sola ha più della metà dei giovani della UE messa assieme») e le tematiche dell'integrazione - «oggi ci sono in Europa 56 milioni di immigrati, tra dieci anni saranno cento milioni, un europeo su cinque».

E l'Italia? Infrastrutture, energia, una giustizia civile lentissima e tutt'altro che "europea" la penalizzano. Mentre i nostri giornali si occupano di misere polemiche interne che lasciano il tempo che trovano, «il 68% della legislazione nazionale non è altro che il recepimento di quanto si decide a Bruxelles» ricorda Mauro. Direttive e regolamenti che di fatto l'Europarlamento eletto dai cittadini non controlla in pienezza di poteri: «Qui c'è un deficit di democrazia». Traduzione: c'è molto da fare. Ad ogni modo, «le vere risorse per uscire dalla crisi siamo noi. Dobbiamo guidare le istituzioni, ricordandoci però che non siamo padroni ma garanti. E garanti forti, autorevoli. Di fronte alle banche, alle aziende, ai cittadini. In Italia mancheranno le dimensioni aziendali, ma non idee e capacità di innovare. Si tratta di gettare il peso tutti insieme sulla stessa mattonella per uscire dal pantano».

sDa
Giovedi 7 Maggio 2009