- Già deputato europeo, è ricandidato nelle liste del Partito Democratico. Si è posto l'obiettivo di dare voce ai lavoratori.
Panzeri: "in Europa per il mondo del lavoro"

Già deputato europeo, già promotore all’interno dello stesso di politiche attive per la causa dei lavoratori, si appresta ora a chiedere la riconferma degli elettori per continuare la sua attività a Strasburgo. È Antonio Panzeri, politico di spicco del centro sinistra italiano, una vita spesa per la causa del lavoro, prima nel Pci, poi segretario della Camera del Lavoro di Milano, in Cgil, e autore di libri, sempre sul tema del lavoro. Sarà al fianco di Cofferati nella lista del Partito Democratico.

Panzeri candidato con Cofferati, due “sindacalisti” al vertice della lista, un modo per riportare al centro del Partito Democratico il tema del lavoro?

«I lavoratori da tempo appaiono disorientati per quanto riguarda le loro rappresentanze politiche, e sempre più spesso votano Lega o Pdl. Queste candidature sono un modo per far capire al mondo del lavoro che è già al centro del nostro partito, per ridargli un punto di riferimento politico»

Il lavoratore italiano cosa può ottenere dal Parlamento Europeo, cosa potranno fare i suoi deputati da così lontano?

«Innanzitutto è bene dire che cosa abbiamo già fatto per i lavoratori italiani dall’Europa. Abbiamo difeso la direttiva sull’orario di lavoro, abbiamo difeso il mercato del lavoro dalla direttiva Bolkestein, abbiamo attuato politiche serie contro il lavoro nero e sommerso. Abbiamo creato un fondo di adeguamento alla globalizzazione..»

Sarebbe a dire?

«Un’iniziativa importante, si tratta di un fondo di 500 milioni di euro che serve a finanziare politiche attive per il lavoro nei vari paesi comunitari: assistenza nella ricerca di un impiego, orientamento professionale, formazione e riqualificazione dei lavoratori, certificazione dell’esperienza acquisita, assistenza per il ricollocamento professionale. Soldi veri che servono ai lavoratori…Certo l’Italia spesso non sfrutta queste opportunità»

Sono molte le opportunità che non sfruttiamo..

«Questo è uno dei più grandi problemi: l’Italia non riesce nemmeno a sfruttare gli strumenti già attivati dall’Ue. Del fondo di adeguamento alla globalizzazione, per esempio, di 500 milioni a disposizione ne sono stati usati solo 65, anche se 15 sono finiti in Lombardia. Questo è sicuramente un problema di comunicazione della Comunità Europea, ma soprattutto degli stati, e ancora di più dell’Italia»

Sarà forse che l’Europa viene percepita come troppo distante? Che il suo parlamento spesso sembra non avere dei veri poteri?

«Che il Parlamento Europeo non abbia veri poteri è falso, ne ha e anche di molto importanti. Sul fatto che dovrebbe averne di più però concordo. Un’Europa più forte e soprattutto più democratica riuscirebbe ad affrontare meglio i problemi che vediamo oggi. Uno su tutti la crisi economica che morde le nostre aziende, che necessità politiche e iniziative globali»

C’è ancora la crisi? Strano perché non se ne parla più..

«Si, in Italia chi ci governa ha scelto questo strano modo di combattere la crisi: farla sparire dai giornali e dalle televisioni. È una soluzione curiosa, purtroppo però completamente inutile. La crisi c’è e se si continua a non fare nulla è destinata ad esplodere»

Stava dicendo a proposito di un’Europa più forte?

«Abbiamo bisogno di applicare alcune importanti riforme, l’approvazione del trattato di Lisbona soprattutto. E poi una maggiore continuità nell’azione della Comunità Europea eleggendone la presidenza ogni 2 anni anziché 6 mesi, creando la figura del ministro degli esteri, rafforzando il ruolo del parlamento»
 

Tomaso Bassani
Martedi 12 Maggio 2009