Elezioni Europee - Già eurodeputato, membro delle commissioni trasporti, turismo, sviluppo regionale e frequentatore “honoris causa” della commissione agricoltura, è di nuovo in lizza per il Parlamento
Francesco Ferrari: recordman con il 99% di presenze in Europa

Già eurodeputato, membro delle commissioni trasporti, turismo, sviluppo regionale e frequentatore “honoris causa” della commissione agricoltura, Francesco Ferrari è di nuovo in lizza per il Parlamento Europeo nella lista del Partito Democratico.
Bresciano doc, proveniente dal mondo dell’agricoltura (è stato presidente della Coldiretti bresciana dal ‘76 al 2004), l’eurodeputato Ferrari pare un uomo molto pratico: una dialettica a volte incerta, ma determinata sui concetti più importanti della sua azione politica . Un "uomo del fare" si direbbe di lui. A dimostrarlo non solo due grosse mani e una stretta vigorosa ma anche un record che pochi a Strasburgo possono vantare.

Sarebbe onorevole?

«Il 99% delle presenze in aula. Una delle più alte registrate tra tutti i deputati. Un dato di cui vado molto fiero, e ancora di più perché so, vedendola da vicino, quanto sia importante il ruolo dell’istituzione europea per tutti i paesi membri»

Più presenze anche di Brunetta?

«Ci vuole poco a fare più presenze di Brunetta, io ne ho fatte almeno il doppio. Il fatto è che l’Europa purtroppo va avanti con o senza l’Italia: se siamo presenti riusciamo a portare a casa delle buone leggi per noi e tanti soldi da spendere per le attività produttive del nostro territorio; se non ci siamo…i vantaggi se li prendono solo gli altri paesi»

Parliamo invece della collocazione Europea del Pd, con chi siederete in parlamento? Gli altri partiti sembrano avere le idee più chiare di voi..

«Su questo fatto non sono tanto d’accordo, il nostro è un progetto serio e quindi sta seguendo un percorso serio. Il Partito Democratico è un partito interclassista, che punta alla rappresentanza non di una sola parte di interessi ma dell’interesse di tutto il paese, e in Europa vogliamo fare altrettanto. La strada che stiamo seguendo è quindi quella di creare un gruppo europeo ad hoc che diventerà poi la formazione di centro sinistra in Europa. Sugli altri partiti invece lasciatemi dire una cosa. È vero che sembrano tutti così sicuri e determinati nell’aderire al PPE, ma quel gruppo ormai ha allargato talmente tanto i suoi confini che non presenta più un progetto preciso, una linea politica chiara. Tant’è che molti partiti, come i conservatori inglesi, se ne stanno andando»

Parliamo di agricoltura invece, cosa ha fatto in Europa e cosa farà?

«Le mie battaglie in questo senso sono state rivolte in primo luogo alla difesa del sistema delle quote latte in Italia per tutelare gli allevatori che hanno fatto ingenti sacrifici economici per acquistarle; al sostegno ai giovani agricoltori che trovano ancora troppe difficoltà ad inserirsi nel mercato; alla difesa di alcune specialità italiane come il Grana Padano e per la tutela del marchio italiano in Europa. La battaglia sulle etichettature e la difesa del marchio Italia è quella che mi sta più a cuore, la tutela dei prodotti tipici locali ha un significato molto alto. Vuol dire tutelare il prodotto da chi lo vuole copiare, vuol dire garantirne l’altissima qualità, vuol difendere le aziende e il know how che hanno maturato nel tempo. E non ultimo è una certezza per il cittadino consumatore, che sa cosa acquista e cosa mangia»

In commissione trasporti quali dinamiche ha seguito?

«Le opere infrastrutturali legate ai trasporti sono oggi fondamentali. In commissione ho lavorato benissimo con il mio collega Paolo Costa, ma anche con deputati dell’opposizione come Albertini. Abbiamo monitorato la situazione della Lombardia, tra Pedemontana, Malpensa e tutti gli altri progetti, e purtroppo ci siamo resi conto che il lavoro da fare è molto, e il tempo è poco. Penso per esempio all’Expo che è qui dietro l’angolo, e penso a chi non sta facendo niente per renderlo un successo. Sono, ahimè, anch’io dell’idea che il nord sia stato tradito dalla classe dirigente politica e industriale del paese. Il caso Alitalia/Malpensa in questo senso è emblematico. Il governo agisce senza dare l’idea di avere un quadro preciso di sviluppo infrastrutturale ed economico»
 

Tomaso Bassani
Giovedi 21 Maggio 2009