Saronno - Intervista ad Annamaria Nappo, candidato sindaco della Sinistra Saronnese: mai iscritta a un partito è medico di base e molto attiva nell’associazionismo cittadino
Nappo: «La città ha un'identità multietnica»

 

È da sempre impegnata nell’associazionismo cittadino. Annamaria Nappo non ha esperienze politiche, ma ha accettato senza esitazione la proposta della Sinistra Saronnese di rappresentarli come candidato sindaco. 59 anni, medico di base da 30, da 20 è psicoterapeuta. Non sono iscritta a nessun partito – spiega -. Ho deciso di accettare la candidatura alla carica perchè ho sempre creduto nei valori laici e di solidarietà della Sinistra, ho sempre lavorato in quella direzione, ma mi ha coinvolto la sfida di riavvicinare i cittadini alla politica e alla sua fase decisionale. Conosco da tanto tempo i problemi del territorio ma questo non mi ha mai permesso di incidere più di tanto sulla loro soluzione; ho deciso quindi di accettare la sfida e di partecipare in ruolo istituzionale. Una democrazia non si basa solo sul voto, ma sulla vigilanza e la partecipazione di tutti i cittadini al dopo elezioni».

 
Perchè non è stata accettata un’alleanza con il centrosisnitra?
«Non è dipeso dalla mia forza politica decidere l'esclusione ad una candidatura condivisa».

 
A cosa punta con queste elezioni?
«A essere una parte responsabile e attiva nel governo della città e comunque a vigilare,sul mantenimento delle promesse prelettorali, comprese le mie».

Passiamo al programma. La prossima amministrazione dovrà stendere il Piano di Governo del Territorio. L’urbanistica è un tema ancora molto dibattuto a Saronno con poche aree ancora edificabili. Le aree dimesse, per un totale di quasi 500 mila metri quadri, sono sicuramente una risorsa. Ma come gestire questa situazione?
«Saronno è già troppo cementificata; le aree dimesse sono una risorsa inestimabile e quindi attivare strumenti quali il piano del verde per la salvaguardia di tutte le aree libere ancora esistenti e la loro estensione, vedi il progetto di un parco cittadino. Gli interventi devono essere diretti dal Comune e secondo una logica pubblica e non privata, e cooperando fra le diverse logiche; oltre che avere del pubblico devono essere adibite ad infrastrutture sociali, a sinergie e a completamento del resto del territorio, creando opportunità di lavoro e di spazi alternativi».

 
A metà strada tra Milano e Malpensa, Saronno è diventata sempre più una città multietnica. Come affrontare questa realtà? Cosa fare?
«Promuovere politiche di integrazione culturale di uso degli spazi pubblici, di riqualificazione del territorio alla base della sicurezza; favorire un percorso di integrazione culturale e dare voce alle associazioni che si occupano di queste tematiche».

Due amministrazioni Gilli. Come giudica gli ultimi dieci anni di governo cittadino? Quali critiche?
«Riteniamo non giusta la Centralizzazione della realtà politica e lo svuotamento delle commissioni, il poco contatto con i quartieri, inoltre riteniamo incongruo il progetto riguardante l'università e il rifacimento del Liceo Classico, iniziative costate molto, ma con risultato causa/effetto non soddisfacente».
 
Palazzo Visconti è l’edificio più antico della città, distrutto da un incendio due anni fa. Oggi inutilizzato. È una priorità il suo recupero? Dove trovare i fondi?
«Considerando che Palazzo Visconti è affidato alla vigilanza delle Belle Arti, si potrebbe accedere per la ristrutturazione ai fondi regionali. Deve rimanere un bene comunale utilizzabile per incontri culturali, convegni, mostre e anche a Biblioteca. Il suo recupero è essenziale per una rivalutazione degli spazi culturali».

Saronno è al centro di tre province, quasi quattro con la futura Monza. Quale identità ha oggi la città? Come consolidarla o rinnovarla?
«La città ha un'identità multietnica la cui posizione potrebbe diventare strategica per la connessione con altre realtà. E' basilare realizzare una rete fra i comuni del territorio per coordinare e programmare le scelte che ricadono sul territorio».

 
Secondo lei chi la voterà?
«Potrebbe votarmi chi ha capito che credo in quello che dico perchè voglio dare spazio ai cittadini, perchè voglio un ambiente vivibile, perchè prometto solo di iniziare un percorso di condivisione e partecipazione e non l'ho do come scontato ma faticoso da realizzare. E perchè se si crede che il comune è di tutti e non un'istituzione astratta tutti possano lavorare insieme. Inoltre vigilerò affinchè il mio programma sia attuato e perchè credo che un'istituzione deve garantire regole uguali per tutti e condivise».
Manuel Sgarella
Giovedi 28 Maggio 2009