Saronno - Presa di posizione del sindaco uscente che in passato non ha nascosto nemmeno le proprie critiche all’alleanza di centrodestra: “Serve un amministrazione stabile e il consiglio comunale ha già una maggioranza”
Gilli: «Se vincessero le sinistre, sarebbe un pasticcio»

 

«Le elezioni, però, non sono uno scherzo, perché è in giuoco il governo della città; perciò la legge, che è saggia, dà la possibilità di un rimedio, il secondo turno, una sorta di appello perché si torni alla realtà». Il sindaco uscente, Pierluigi Gilli (Pdl) torna a far sentire la propria opinione in merito alle imminenti elezioni: non è candidato in nessuna lista, ma fa parte dello schieramento politico che sostiene Annalisa Renoldi, insieme a Lega Nord e Udc. Riferendosi a questa coalizione Gilli ricorda che «si sono già assicurati 17 seggi sui trenta del Consiglio Comunale; dall’altra parte (centrosinistra, ndr), ne restano 13, di cui uno (Saronno si-cura) che per coerenza non può certo essere attribuito alla sinistra o al centrosinistra».

«Risulta dunque chiarissimo – prosegue il primo cittadino - come il centrodestra abbia già un’ampia maggioranza nel prossimo Consiglio Comunale e che il centrosinistra, seppure con l’appoggio di altri, non può arrivare che ad una consistente minoranza non superiore verosimilmente ai dodici seggi su trenta; la partita, come scrive un ex Candidato Sindaco, non è finita zero a zero, ma, nel Consiglio, si è chiusa con un secco 1 a 0 per il centrodestra. Che cosa accadrebbe, quindi, nel caso (teorico) di una vittoria al ballottaggio del Candidato delle sinistre unite e compattate? Un pasticcio, ossia un Sindaco di sinistra che non ha la maggioranza in Consiglio Comunale. Non è certo ciò di cui ha bisogno la città in questo momento di per se stesso difficile per la crisi che stiamo faticosamente attraversando: Sindaco e Giunta, invero, non potrebbero governare, né farsi votare il bilancio, né eleggere il Presidente del Consiglio Comunale».
 
«Nessuna persona di buon senso, che guardi principalmente alla buona amministrazione del proprio Comune, può sperare in un risultato consimile, che non sarebbe solo un paradosso legale, ma una iattura pericolosa – conclude Gilli -. A meno che, come già favoleggiano irresponsabilmente a sinistra, alla disperata ricerca di una vittoria di Pirro, ridicola rivincita, non si desideri un qualche colpo di scena, ossia si confidi che alcuni neoeletti Consiglieri Comunali di centrodestra cambino subito casacca (anche in modi ambigui) e sostengano con la stampella del loro voto – difforme dal mandato ricevuto dagli elettori! - una minoranza di sinistra ed il Sindaco di sinistra. Sarebbe la più squallida manifestazione di trasformismo, di cui è stato esempio il secondo Governo Prodi che, privo di maggioranza al Senato, ha potuto vivere quasi due anni, stentatamente e con disprezzo per la volontà popolare, grazie alla transumanza di alcuni Senatori, corsi ansiosamente ad accomodarsi sul carro del provvisorio vincitore cambiando partito, e di quasi tutti i Senatori a vita (che, non eletti da nessuno, nessuno rappresentavano)».

Gilli chiarisce anche la propria posizione in merito alle critiche che aveva avanzato all’alleanza di centrodestra, di cui è entrata a far parte anche la Lega nord. «È notorio che io non sia mai stato molto tenero verso anche recenti manifestazioni di divisioni all’interno del centrodestra; è parimenti notorio che, con onestà e lealtà, non ho nascosto le mie perplessità su talune scelte di alleanze (e mi sono sorbito attacchi pesantissimi). Nonostante ciò, ritengo di primaria ed assoluta importanza che Saronno, dopo il 21-22 giugno, abbia un’Amministrazione stabile, con la sua vera maggioranza decretata dal voto dei cittadini, non frutto di vergognosi trasformismi e di passaggi da uno schieramento all’altro. I cittadini di centrodestra, che sono la stragrande maggioranza, non si meriterebbero una fine simile; non si sarebbero meritati, a dire il vero, nemmeno la proliferazione di liste nello stesso àmbito, dettate da personalismi ora non più consentiti, che hanno prodotto la forzatura dei meccanismi della legge 81 del 1993, così da costringere al ballottaggio. Gli elettori sappiano che la ricreazione è finita; lo sappiano soprattutto i politici, ai quali dev’essere ben chiaro che l’interesse comune di tutta la città è quello di essere ordinatamente amministrata senza sotterfugi, trabocchetti ed instabilità».
M.S.
Venerdi 12 Giugno 2009